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Nicolò De Devitiis aggredito da un tassista romano, calci e pugni all’inviato de Le Iene

L’inviato de Le Iene è stato vittima di un’aggressione nel corso della realizzazione di un servizio che andrà in onda nel corso della puntata di domenica 10 novembre.
A cura di Andrea Parrella
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L'inviato de Le Iene Nicolò De Devitiis è stato violentemente aggredito con schiaffi, calci e pugni da un tassista. È accaduto nel corso della realizzazione di un servizio che andrà in onda nel corso della puntata de Le Iene del 10 novembre, su Italia 1. Dai primi frammenti resi noti in un comunicato, si vede che l’inviato ha subito l'aggressione alla stazione Termini, qualche giorno fa, mentre provava a far notare a un tassista di essere parcheggiato in divieto di sosta, lontano dalla regolare zona di stallo. A quel puto il tassista gli ordina con fare intimidatorio di andare via, andandogli incontro e colpendolo con ripetuti calci, poi schiaffi e pugni, sotto gli occhi dei passanti.

Le rivelazioni di un agente in borghese

Come racconterà De Devitiis nel servizio, alcuni rappresentanti di questa categoria, danno l’impressione di comportarsi come se fossero i padroni della strada. A conferma di questo, un agente in borghese della squadra vetture della polizia municipale di Roma, quella addetta ai controlli sulla regolarità del servizio taxi, si è lasciato a una clamorosa confessione: "Comandano loro, perché politicamente sono più forti. Politicamente perché votano compatti sempre. Tutte le associazioni di categoria fanno pressione sul politico di turno. Per questo fanno come gli pare".

L’inviato quindi si domanda come sia possibile che alcuni tassisti qualsiasi cosa facciano, anche di illegale, siano sempre lì negli stessi luoghi indisturbati. L’agente in borghese prosegue: "Perché non vengono prese le sanzioni per la sosta lì fuori dallo stallo, dovrebbero prende il provvedimento della sospensione alla Camera di Commercio. Perché non lo prende? Perché siccome non capisce la legge, non lo prende il provvedimento, non lo fa e basta. Rapporto amministrativo, sospensione dal ruolo per un mese, quindi impossibilità di lavorare per un mese, non lo fanno perché non sanno come applicare la sanzione".

Secondo il poliziotto, il provvedimento di sospensione temporanea dal ruolo dei tassisti furbetti non verrebbe preso quando dovuto e il sistema delle sanzioni non funzionerebbe come deve, bisognerebbe cambiare la legge e anche le poche in cui si arriva alla sospensione dal servizio, per esempio per il mancato uso del pos, non sarebbero un serio deterrente: "È tutto nero. Perciò non vogliono pagare con il pos. Per quello il dipartimento fa parecchie sospensioni però mettono in conto pure quello perché tanto so’ ottomila, quaranta noi ma quanti ne possono arrivare? Quante volte ti può succedere? Una volta? Due? Metti in conto che cinque giorni ti riposi, perché la sospensione è cinque giorni".

L'appello dell'assessore romano a Salvini

Alla luce di queste dichiarazioni, l’inviato si è messo in contatto con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che ha preferito non commentare quanto accaduto. La Iena è però riuscita a incontrare l’assessore alla mobilità Eugenio Patané, che lancia un disperato appello al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini.

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