Complice l’emozione a un testimone difficile da raccogliere che affonda le basi in un genere televisivo che per anni ha fatto da modello di riferimento (prima di strafare e diventare la caricatura aggressiva di com’era stato originariamente pensato), Myrta Merlino ha fatto il suo debutto a Pomeriggio5. Lo ha fatto con la voce tremante, demandando lunghi interventi di opinione agli ospiti in studio, consapevole dell’inevitabile confronto con chi l’ha preceduta. Merlino è arrivata in quello che per 15 anni è stato “il regno di Barbara d’Urso” e di fronte al suo pubblico portando con sé l’immagine della professionista di La7 disabituata all’infotainment tutto luci e colori sgargianti proprio della linea editoriale abbracciata da Canale5 fino alla scorsa primavera. Lo ha fatto da giornalista prestata alla televisione che ha accettato il difficile compito di colmare la distanza esistente tra il modello rappresentato fino a oggi e quello della professionista della tv (anche leggera) prestata al giornalismo.
Il saluto a Barbara d’Urso: “Ciao e grazie”
Di fronte agli stessi spettatori che avevano composto la platea di chi l’ha preceduta, Myrta ha affrontato immediatamente la spinosa questione della sostituzione. Lo ha fatto rivolgendosi alla collega dalla quale ha raccolto il testimone. Senza polemiche, ma salutando “la donna che per 15 anni ha condotto questa trasmissione”. “Ciao e grazie”, ha detto Myrta, relegando i saluti ai primi istanti della puntata. Non uno strappo netto. Non la volontà di “oscurare” quel che è stato come se non fosse accaduto. Solo la consapevolezza, per il momento solo teorica, di dover creare una barriera rispetto al passato. Una barriera che ha fatto mostra di sé nello stile, verbale e d’immagine, a tratti dimesso, della padrona di casa. Non i colori accesi, i tacchi a spillo, e le gonne dei primi anni dursiani. Ma nemmeno giacche e pantaloni scuri, seriosi e abbottonati, della recente svolta “verso l’autorevolezza” cercati da d’Urso e dalla rete fino alla conclusione dei rapporti comunicata a luglio. Myrta ha scelto il bianco di un completo volutamente essenziale come essenziale (troppo, con camere e gobbo a vista) è apparso lo studio alle sua spalle. Niente fronzoli, sembra gridare l'insieme. Un po’ come nell’auspicio dell’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi quando ha scelto di avvicinare il pomeriggio dell’ammiraglia Mediaset a quello della trasmissione concorrente Rai.
Il risultato è ancora difficile da valutare. A Merlino serve più tempo per crearsi un’identità nuova che si stacchi da chi l’ha preceduta e da ciò che lei stessa ha rappresentato per il mattino di La7. Serve tempo anche per “addomesticare” il pubblico, soprattutto lo zoccolo duro rappresentato dai fedelissimi dursiani, a un linguaggio nuovo e ancora privo di una caratterizzazione che possa fare da forza trainante. Di certo, quello di Myrta a Pomeriggio5 è stato uno sbarco avvenuto “sottovoce” nel giorno in cui ci si aspettava – e addirittura ci si augurava – la conduttrice si sarebbe insediata.