Michele Bravi replica alle accuse di Vittorio Sgarbi: “Giudizi medioevali limitano la creatività”
È finito anche Michele Bravi nel ciclone Vittorio Sgarbi. Il critico d'arte, ospite di Serena Autieri a Dedicato nella puntata in onda domenica 13 febbraio, ha parlato delle esibizioni sul palco del Festival di Sanremo. Ne ha per tutti, per i vincitori Blanco e Mahmood che "non capisco perché due che vanno a cantare si devono baciare, poi fanno finta, devono stringersi, toccarsi", fino a Michele Bravi definito "tutto femmina" sulla cover di Lucio Battisti.
Cos'ha detto Sgarbi su Michele Bravi
Vittorio Sgarbi non ha digerito la cover di Battisti che Michele Bravi ha portato sul palco del Festival. "‘Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi" trasformato in un inno all'amore senza sesso, senza età, senza alcun tratto distintivo. In questo sta la sua bellezza. Non la pensa così il critico d'arte che trova straniante l'idea che il celebre brano non sia dedicato esplicitamente ad una donna e così non tarda a sottolinearlo: "Cantava la canzone di Battisti, si chiama Bravi, tutto femmina. Cantava rivolgendosi ad una donna come fosse un maschio. A parte il vestito, Battisti la dedica ad una donna, mentre lui era un uomo e la declinava al maschile", spiega a Serena Autieri. La conduttrice scoppia in una risata, probabilmente in imbarazzo.
La risposta di Michele Bravi
Non tarda ad arrivare la replica del cantante, che in serata schizza subito nei trend su Twitter. Nessun riferimento esplicito a Vittorio Sgarbi, ma insomma è palese che si rivolga al giudizio che il critico d'arte gli ha riservato nello studio di Serena Autieri.
Non amo dare spazio o voce a persone che ignorano la bellezza della libertà di espressione individuale, né tantomeno demonizzare una risata imbarazzata dovuta all’imprevisto di una diretta. Non farò nomi e vi invito a non andare a scavare.
Colgo però lo spunto, visto che da ieri mi state mandando un video di una trasmissione dove accusa la mia eccessiva femminilità, per dire che sono orgoglioso di dare voce a un approccio non giudicante dell’individualità. Non smetterò mai di dire con la mia musica “siate completamente voi stessi".
Questa non è una lotta che riguarda la comunità Lgbtqi+ ma ha a che fare con la possibilità di tutti di raccontare al mondo i propri colori. È un segno di civiltà rispettare e accettare opinioni diverse dalla propria, ma è un peccato lasciare che giudizi medievali limitino la vostra creatività. Siate creativi sempre.