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Massimo Gramellini a La7, il direttore Salerno: “L’identità di Rai3 è andata a quel paese da tempo”

Il direttore di La7 commenta in conferenza stampa il passaggio di Massimo Gramellini da Rai3 alla sua rete: “Non c’è un piano diabolico di depotenziare Rai3, ma rafforzare l’identità della rete che dirigo”.
A cura di Andrea Parrella
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Si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di In altre Parole, nuovo programma di Massimo Gramellini che andrà in onda dal 24 settembre su La7, al sabato e alla domenica sera. Un'operazione nell'aria da tempo, che si concretizza quest'anno con il passaggio del giornalista alla rete di proprietà di quello stesso Urbano Cairo a capo del Corriere della Sera. Al di là di un passaggio che pare dunque fisiologico, non si può negare l'evidenza di un'operazione che va nella direzione di togliere un altro pezzetto di identità a Rai3, rete in cui il direttore di La7 Andrea Salerno ha lavorato in passato e da cui ha ampiamente attinto in questi anni per costruire il suo progetto. Una rete che dovrà fare i conti con una stagione difficile, con i segni di uno smembramento che sembrano già visibili.

Massimo Gramellini lascia Rai3, le parole del direttore di La7 Salerno

Intervenendo alla conferenza stampa e rispondendo a una domanda di Fanpage.it in cui si sottolineava l'ennesimo tassello di questo progetto "diabolico" – termine utilizzato naturalmente in chiave ironica – Salerno ha commentato così: "Io credo l’identità di Rai3 sia andata a quel paese da parecchio tempo, ovviamente per quella rete perdere Fazio e Berlinguer è ulteriore scossone. Non c’è nulla di diabolico. È del tutto evidente che quando ci sono sei reti, se ne fai una dall’altra parte devi raccogliere pubblico". Sulla costruzione del suo disegno di La7 aggiunge:

Io sono a La7 da 7 anni e ogni anno abbiamo aggiunto un pezzo, è un processo lento. Era da un paio d’anni che chiedevo a Massimo Gramellini questa cosa, mi pareva anche assurdo che un giornalista del Corriere della Sera mi creasse così tanti problemi dall’altra parte. Quest’anno aggiungeremo dei pezzi, con tante cose in cantiere. Non c’è un piano diabolico, ma un piano editoriale chiaro: io credo da sempre che in questo mondo televisivo così frammentato, in cui è difficile riconoscere le cose, l’identità di rete conti. La7 è la sola rete generalista che ha un direttore di rete. Temo che sia un errore avere direttore di generi e abbia contribuito alla perdita di identità di canali. A Mediaset la sola rete con un’identità è Rete 4, quella di Italia 1 che era fortissima è andata smarrita e anche Canale 5 non è più forte come un tempo. Ma è normale che sia così, l’offerta è così ampia, la televisione è ovunque, sul comodino e sul telefono. Essere editori e non distributori, la nostra missione è questa. La 7 è una rete che tutte le sere ti consiglia una cosa perché c’è un motivo, per capire meglio la realtà che c’è intorno.

L'uscita di Massimo Giletti da La7

Inevitabile una domanda in relazione all'uscita di Massimo Giletti da La7: "Su certe cose non voglio entrare perché si tratta di questioni complesse. Giletti avrebbe comunque chiuso la sua avventura a La7 in giugno, ha fatto un suo percorso nella rete, dopodiché le cose cambiano, gli stessi programmi cambiano pelle negli anni. Anche lui credo avesse voglia di cambiare in relazione a quello che è successo. Gramellini al posto di Giletti è cosa che non si pone, il mio interesse da direttore è costruire una rete che funzioni, lo facevo con Giletti e lo farò anche senza". 

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