Massimo Giletti sulla chiusura di Non è l’Arena: “35 persone lasciate a casa, questo non perdono”
Massimo Giletti è ancora rammaricato per la brusca chiusura anticipata di Non è L’Arena. Sulla possibilità di un futuro in Rai, il conduttore glissa, ma non esclude affatto un ritorno. “Ti aspettiamo”, caldeggia entusiasta Simona Ventura, ideatrice insieme a Giovanni Terzi della Terrazza della Dolce Vita, la rassegna riminese dedicata alla cultura, alla tv e al giornalismo.
La chiusura anticipata di Non è L'Arena
“Quando sono arrivato a Roma, mi sono trovato con un gruppo di ragazzi giovani. Ho sofferto molto già quando fui costretto a fare una scelta e lasciare la Rai”, racconta Massimo Giletti ospite del salotto culturale al Grand Hotel di Rimini. L’amarezza per la chiusura del suo programma di La7 non è ancora digerita, ma il conduttore mostra più delusione per i suoi collaboratori, che per se stesso. “Oggi mi trovo davanti ad un gruppo di lavoro che con fatica ho ricostruito e anche questa volta li perderò tutti”, spiega. “Io ho le spalle molto larghe, ma quando sono stato chiuso 35 persone sono rimaste a casa. Non ho sentito mai nessuno che si è occupato, non di Giletti, ma di questi ragazzi. Questo è un grande dispiacere ed è una cosa che non perdono”.
Giletti e il possibile futuro in Rai
Del suo possibile ritorno in Rai si discute da tempo. Le prime indiscrezioni hanno iniziato a circolare già ad inizio giugno, quando secondo DavideMaggio il conduttore era stato avvistato ai piani della dirigenza di Viale Mazzini, immaginandolo nel tentativo di intavolare qualche trattativa. Giletti però aveva smentito “in modo categorico di aver avuto incontri sia con i dirigenti che con i funzionai della tv pubblica”, ad Adnkronos. Rapporti che ad oggi sembrano tuttavia in fase più avanzata. “La Rai è sempre stata casa mia, è un grande amore vero e nel futuro vediamo quello che si potrà fare”, spiega ai microfoni di Simona Ventura.
I rapporti tra Massimo Giletti e Urbano Cairo
Sui rapporti con l’editore Urbano Cairo, Giletti lascia intendere che sul piano lavorativo la situazione è piuttosto delicata. “Vedremo se ci sarà un interesse in Rai. Ad oggi non è corretto, essendo ancora sotto contratto con Cairo, al quale dirò sempre grazie perché mi ha dato tantissimo in termini di libertà per 196 puntate”, spiega dal palco di Rimini. “Poi se dopo è successo quello che è successo non sta a me parlarne. Io lo ricorderò sempre come l’uomo che, quando è morto mio padre, era alle mie spalle ad abbracciarmi. Bisogna saper scindere tutto e non saper dimenticare le cose belle. La vita è bella e va avanti”.
Un rapporto umano che anche l’editore ha recentemente commentato: "Per me siamo in buonissimi rapporti, eccellenti nei sei anni in cui ha lavorato qui. Un rapporto che io sento ancora positivo”, ha detto Cairo nel corso della presentazione dei palinsesti La7 2023/2024, che hanno escluso Giletti. Secondo la versione ufficiale dell’editore, i motivi della chiusura anticipata di Non è L’Arena sarebbero sempre stati nient’altro che di natura economica e di share.