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Massimo Giletti in lacrime a Belve: “Mi è mancato parlare con mio padre”

Il conduttore torna in Rai e si racconta al programma di Rai2, in onda in prima serata il 28 febbraio. Tra i temi più dolorosi quello della scomparsa del padre Emilio: “È molto difficile parlarne”.
A cura di Andrea Parrella
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Un Massimo Giletti che non trattiene le lacrime, ospite di Francesca Fagnani nella seconda puntata di Belve. Il conduttore di Non è l'Arena su La7 torna in Rai per farsi intervistare nel programma di Rai2 promosso in seconda serata. Un'intervista in cui Fagnani affronterà i temi più delicati della vita e della carriera di Giletti, andando evidentemente toccare un nervo scoperto, come si percepisce chiaramente dalla clip di anticipazione che circola in queste ore.

Il ricordo del padre Emilio

La giornalista chiede infatti a Giletti del suo rapporto con i genitori e, in particolare, con il padre, scomparso nel 2020. "Quando imbocco le curve che mi riportano verso casa, nel biellese, rivedo la mia vita e sto male", dice Fagnani citando proprio le parole di Giletti, che visibilmente emozionato e con la voce rotta dal pianto risponde a fatica: "Non è facile, mi fa pensare a mio padre, quindi… ogni volta che torno, per andare a trovare mia madre, penso di non essere riuscito a parlare più con mio padre. Quando morì io ero all'estero, mi è mancato il parlarci, lo stare insieme".

Giletti torna sull'uscita dalla Rai

Quello della famiglia non è il solo tema affrontato da Francesca Fagnani e Massimo Giletti nella seconda puntata di Belve, in onda martedì 28 febbraio in prima serata, su Rai2. Inevitabile anche un passaggio sulla sua brusca uscita dalla Rai. Era il 2015 e, nonostante il successo di ascolti della sua Arena, Giletti fu estromesso dall'azienda del servizio pubblico, scegliendo di passare a La7 dove ha creato il suo Non è l'Arena. Fagnani gli chiede chi sia stato ad aver deciso la sua cacciata dall'azienda e Giletti risponde in modo allusivo ma evasivo:

Non mi ha mandato via la Rai, io credo che la Rai se avesse voluto mi avrebbe tenuto. Un direttore generale ha fatto delle scelte, lei mi chiede il nome del mandante, ma il mandante politico è chi gestisce il potere. Non esiste un marchio, sono molto sicuro su chi sia stato a mandarmi via. Non voglio dire il nome ma si capisce benissimo.

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