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Massimo Giletti in diretta da Mosca scatena le polemiche: “Basta spettacolarizzare la guerra”

Massimo Giletti è in diretta da Mosca per condurre “Non è l’Arena”, attirandosi le polemiche di chi ritiene che non sia una scelta giornalistica, ma un modo di spettacolarizzare la guerra.
A cura di Ilaria Costabile
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Massimo Giletti aveva annunciato di voler condurre l'appuntamento settimanale con Non è l'Arena da Mosca, una scelta che ancor prima della sua messa in atto aveva destato non poche polemiche. La puntata di domenica 5 giugno, quindi, è andata effettivamente in onda dalla capitale russa, con lo studio televisivo vuoto e il conduttore che ammira il Cremlino alle sue spalle.

Le polemiche dopo la scelta di Giletti

Tanti i commenti negativi che si sono scatenati con l'inizio della trasmissione e attraverso i quali è stata messa in luce una scelta per molti sbagliata. Tra le accuse più frequenti rivolte al giornalista, quella di voler "spettacolarizzare la guerra", commento che arriva dopo il primo collegamento da Odessa, in Ucraina, che visto sempre Giletti in prima linea. Una decisione che non è stata condivisa e che, a chi si mostra contrario, sembra non rispondere a nessuna esigenza giornalistica.

Massimo Giletti e l'intervista a Maria Zakharova

L'obiettivo primario era quello di raccontare "l'altro lato della guerra tra Russia e Ucraina", un modo per dare spazio anche ai russi in un racconto del conflitto che agli occhi di Massimo Giletti sembra essere a senso unico. Conversando con il suo primo ospite, Massimo Cacciari, il giornalista infatti pronuncia la seguente frase: "Se non si conosce la storia, la posizione è tutto molto complesso, perché i Russi ragionano in modo diverso da noi. Qualcuno non lo capisce". Un modo, forse, per giustificare una scelta che lui stesso a inizio puntata ha dichiarato fosse stata contestata da più fronti. Seppur con qualche problema tecnico, la trasmissione prosegue e il patron di "Non è l'Arena", porta avanti le sue interviste, tra cui una a Maria Zakharova,  direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia, nonché portavoce di Lavrov. La quale intervistata dal giornalista che, inoltre, ha pronunciato la parola "guerra" contravvenendo alle indicazioni russe per cui si tratta di "operazione militare speciale", ha dichiarato:

L'Occidente collettivo, con a capo gli Stati Uniti d'America ha iniziato da tanto tempo ad interrompere i rapporti con la Russia, non ci davano la possibilità di costruire i gasdotti per fornire il gas in Europa. Vi ricordate dei visti? Sono vent'anni che parliamo delle trattative dei visti. L'impressione è che voi abbiate scoperto dove si trova la Russia e anche l'Ucraina nel febbraio 2022, la guerra in Donbass è durata otto anni, perché per otto anni le 13mila persone che sono morte non vi preoccupavano.

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