Marco Damilano: “La Rai non è del governo. La svolta Mediaset? Scelta offensiva per il pubblico”
Il giornalista ex direttore de L’Espresso torna in tv a partire da lunedì 11 settembre, data d’inizio della nuova stagione del suo programma Il cavallo e la torre su Rai 3. Tra i pochi volti rimasti fedeli alla Rai anche per la nuova stagione, Damilano commenta l’uscita di scena dei protagonisti, da Fazio ad Annunziata, chiarendo la sua posizione.
Il ritorno di Marco Damilano su Rai 3
“La Rai non è del governo, nonostante tutti i governi pensino il contrario e la prima cosa che fanno è metterci i loro nominati. Ma sia dal punto di vista legale, sia da quello del senso comune, la Rai è servizio pubblico e non è a disposizione di chi vince le elezioni”, chiarisce Damilano in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi. “I dirigenti, una volta entrati, devono dimostrare di non essere proni a Palazzo Chigi”. Il giornalista resterà alla guida del suo spazio di approfondimento nell’access di Rai3, come aveva già chiarito sul finale dell’ultima stagione, ospite da Fazio. “La condizione per restare è stata la garanzia di poter lavorare con la stessa autonomia che ho avuto lo scorso anno”.
Il programma di Saviano cancellato dai palinsesti Rai
Altro tema discusso per la nuova Rai, in vista di una stagione appena iniziata, è stata la cancellazione dai palinsesti della seconda stagione di Insider, il programma di Roberto Saviano. "Quest’estate, da Vannacci a De Angelis, è stata evocata la libertà di espressione per chiunque: perché proprio per Saviano non vale?”, si è sfogato Marco Damilano nell’intervista ad Oggi. “Il programma poi era già stato registrato, dove era il problema? Tanto vale allora fare una regola in cui si stabilisce che Saviano non può lavorare per la Rai in quanto Saviano”.
La scelta di Mediaset di stravolgere la linea editoriale
Il giornalista commenta infine il profondo cambiamento nella linea editoriale messo in atto dai vertici Mediaset. “Vale per Mediaset quello che vale per la Rai e per qualsiasi editore”, spiega il giornalista. Dall’addio di Barbara d’Urso, novità più significativa della nuova stagione televisiva, all’imposizione di un taglio più serioso e contenuto per tutti i programmi di intrattenimento. “Puoi cambiare la tua offerta, allargarla, ma non puoi stravolgerla”, continua Damilano, “e non tener conto di quello che sei stato fin qui. È un’offesa all’identità e al pubblico”.