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Marco Columbro: “Prima di morire vorrei sapere perché non mi hanno più fatto fare tv”

Marco Columbro, ospite di Ciao Maschio nella puntata di sabato 12 ottobre 2024, ha parlato della sua vita stravolta dopo l’ictus che lo ha colpito nel 2001. Dopo 20 giorni di coma e la riabilitazione, tornò in piedi e pronto per lavorare: “Quando sono uscito, anche se ero vivo, per la tv non esistevo più”.
A cura di Gaia Martino
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Marco Columbro è ospite della puntata di Ciao Maschio in onda sabato 12 ottobre 2024, in seconda serata su Rai 1. Stando alle anticipazioni della sua intervista con Nunzia De Girolamo, il conduttore televisivo ha parlato dell'ictus che lo ha colpito nel 2001 per il quale è stato in coma per 20 giorni. Nel dicembre di quell'anno, mentre era in visita al monastero tibetano di Graglia, in provincia di Biella, si sentì male. Da allora, ha spiegato, "non mi hanno più fatto fare tv" e ancora oggi cerca un motivo.

L'intervista di Marco Columbro a Ciao Maschio

Marco Columbo a Nunzia De Girolamo, nell'intervista che andrà in onda in seconda serata di sabato sera su Rai 1, a Ciao Maschio, ha ricordato il periodo "molto particolare" vissuto che lo ha portato ad avere un "picco pressorio, un'emorragia cerebrale": "Ho avuto un periodo molto particolare, troppo lavoro, troppo stress, la mia pressione ha cominciato a essere ballerina. Ho avuto un picco pressorio, un'emorragia cerebrale, e sono stato in coma per 20 giorni. Quando sono uscito, anche se ero vivo, per i media ero morto. Per la televisione in generale non esistevo più", le parole. Nonostante sia apparso, negli ultimi anni, in qualche programma come ospite, non è riuscito più a riprendere in mano la sua vita nel piccolo schermo.

"Prima di morire vorrei sapere la motivazione"

"A un certo punto me ne sono fatto la ragione", ha proseguito Marco Columbro. Stando alle anticipazioni, il conduttore ha spiegato che nei primi anni dopo la malattia ha sofferto l'assenza di proposte di lavoro: "Però è stato duro i primi anni. Nessuno mi ha più chiamato. Io all'epoca, quando ho avuto la malattia, ero al massimo della mia notorietà, per cui non è che fossi uno che era andato male. Però c'erano altri motivi, non lo so". Oggi desidera scoprire il motivo per il quale nessuno lo ha mai più chiamato, come sostiene: "Vorrei arrivare a capire un giorno perché dopo il mio ictus io non ho più fatto televisione. Prima di lasciare questo corpo, magari qualcuno mi darà una motivazione e mi dirà ‘perché ci ha rotto…', magari, non lo so".

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