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Marco Bocci a Le Iene: “Un virus ha colpito la mia memoria, ogni giorno rinasco come un uomo nuovo”

Marco Bocci è stato ospite nella puntata de Le Iene di martedì 2 maggio, dove nel suo monologo ha parlato del virus che quattro anni fa lo ha colpito al cervello. Per un periodo ha perso la capacità di parlare e tutt’oggi ci sono ricordi del suo passato che non recupererà mai più.
A cura di Ilaria Costabile
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Marco Bocci è stato tra gli ospiti de "Le Iene" nella puntata di martedì 2 maggio e all'attore è stato riservato uno spazio importante, in cui ha parlato a cuore aperto di quanto gli è accaduto quattro anni fa, quando è sopravvissuto ad un terribile virus al cervello che, però, ha avuto conseguenze importanti sulla sua quotidianità. L'attore, infatti, ha dichiarato di aver avuto, e avere ancora oggi, problemi di memoria e per un periodo ha avuto anche difficoltà nell'articolare le parole .

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Il monologo di Marco Bocci

Un monologo toccante in cui Marco Bocci, per la prima volta, racconta nel dettaglio cosa è avvenuto quattro anni fa, quando colpito da un virus rarissimo ha rischiato di perdere la vita. Le conseguenze, però, non sono mancate e infatti nei mesi a venire l'attore ha dovuto farsi forza e imparare a vivere in maniera diversa. Qui, di seguito, il monologo integrale:

Quattro anni fa sono sopravvissuto ad un virus raro, mi ha colpito parte del cervello che governa la memoria e la parola, mandandole in tilt. Per un po' ho parlato una lingua tutta mia, incomprensibile agli altri. Ma se la capacità di parlare è tornata, la mia memoria e tanti ricordi, invece, sono spariti per sempre. Oggi non riconosco i volti di tante persone amiche e può capitarmi anche di guardare un film per sei volte, prima di accorgermi da un minimo dettaglio, che io invece quel film l'ho già visto.

Ricordo pochi aneddoti della mia infanzia, tanto che gli amici mi chiamano "ma chi", "ma dove", "ma quando"? Sì, perché ripeto in continuazione queste tre domande, vivo con Google Maps perché non ricordo le strade dei paesi attorno a dove sono cresciuto, ho dovuto imparare il mio mestiere che vive e muore sulla memoria, in tutt'altra memoria, studiando il doppio, spesso mi sono sentito ignorante, limitato, danneggiato, perché i ricordi che ci portiamo dietro da una vita ci dicono chi siamo.

E allora io, che tanti di quei ricordi non ce li ho più, oppure ce li ho, ma sono corrotti, mischiati all'immaginazione, beh chi sono veramente, me lo sono chiesto spesso, poi ho smesso di cercare, anzi, mi piace immaginare che forse è stato quasi un colpo di fortuna, che forse nel mio passato c'era qualcosa che dovevo assolutamente dimenticare, ormai ho imparato a convivere con questa seccatura e a volte me ne approfitto, fingo di non ricordare per convenienza, cose che invece ricordo benissimo, ogni giorno rinasco come un uomo che ha lasciato indietro un pezzo del suo passato per vivere il presente, un uomo nuovo, e anche se può sembrarvi strano, un uomo felice.

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