Da tempo il tema del benessere psicologico è centrale nel dibattito pubblico. Fa parte delle conversazioni private tra amici, ma anche di quelle con chi conosciamo meno, come se fosse iniziato il lento processo di svelamento di un tabù sull'argomento salute mentale ancora molto radicato in Italia. Resta molto da fare in merito e quello che è successo al Grande Fratello Vip con Marco Bellavia ne è un chiaro segnale. Il concorrente, dopo aver manifestato per giorni disagi di diverso tipo e aver avuto dei crolli psicologici ha abbandonato la Casa, anche in seguito a comportamenti non proprio encomiabili di buona parte dei suoi coinquilini.
La rapidità con cui molti influencer, personaggi noti e commentatori di ogni genere si sono lanciati a capofitto sul tema, nel più frequente dei casi accusando aspramente il comportamento degli inquilini nei confronti di Bellavia, ci mostra un'altra evidenza: il trend fa gola. Le prese di posizione di alcuni sponsordel reality, che in queste ore stanno apertamente contestando i contenuti del programma per posizionarsi sulla questione, sono sintomatiche dell'interesse sulla vicenda.
Immaginate, dunque, quanto potesse essere interessato ad esplorarlo il Grande Fratello Vip, un programma che più di ogni altro ha provato ad incamerare, negli ultimi anni, macrotemi in cui la sensibilità comune si intrecciasse alle aree di interesse degli sponsor, la pubblicità, l'elemento che sta alla base di un programma su cui si regge buona parte della programmazione stagionale della principale emittente Mediaset.
Tutto questo per dire che la problematica della questione Bellavia, stando anche a quanto raccontato a Fanpage.it da persone informate e vicine al programma, è stata proprio la disorganizzazione sul tema, l'impreparazione della squadra su un argomento che gli autori per primi, quindi i concorrenti, non sarebbero stati "preparati" ad affrontare. A quanto sembra, prima del suo ingresso Bellavia non aveva lasciato intendere che il suo disagio avrebbe caratterizzato in maniera così massiva la sua partecipazione, che insomma sarebbe stato un fattore dominante del suo stare in Casa, come infatti è stato. Non ci sono elementi che provano questa ricostruzione, che tuttavia non pare così assurda se torniamo proprio a quanto il GF Vip come programma non potrebbe che essere interessato a temi sensibili come questo (pensiamo alla centralità dell'argomento HIV con la storia di Ciacci).
Problema ancora più grosso, anzi il principale, pare che la produzione non avesse capito l'entità dei disagi di Bellavia, nonostante per ogni potenziale concorrente sia previsto un colloquio preventivo con uno o più psicologi per verificarne l'idoneità alla partecipazione al reality. Un clamoroso errore di valutazione, se fosse andata davvero così, cosa che probabilmente non sapremo mai fino in fondo.
Resta l'elefante nella stanza, vale a dire il comportamento di molti coinquilini nei confronti di Bellavia: possibile che un gruppo di persone non abbia avuto la sensibilità di capire il problema e trattarlo in modo differente, accogliendolo? Possibile inoltre che un gruppo di autori non sia riuscito a intervenire in corso d'opera per correggere il tiro? Difficile rispondere, ma scene oggettivamente respingenti come alcune di quelle viste in questi giorni rappresentano, nel loro grigiore, il barlume di verità che resta al Grande Fratello Vip, la ragion d'essere di questo programma. È in circostanze come questa che la Tv continua a dimostrare di essere attaccata ad un'idea di autenticità e di riuscire a esibirsi nella sua specularità rispetto al reale. Ci mostra un'indifferenza che, nella Tv costruita sui buoni sentimenti, non può che essere vera.
Senza averlo programmato, il Grande Fratello Vip ha sollevato una questione di rilevanza enorme, facendo emergere un problema culturale che non riguarda tanto le persone che hanno capito di avere bisogno di una forma di assistenza, ma soprattutto chi sta loro intorno e si ritiene immune, al punto da ignorare o minimizzare la questione.
Da questo momento di disagio il Grande Fratello Vip potrebbe imparare qualcosa e ricavarne del buono, scegliendo di approfondire una questione come quella della cura e l'ascolto di sé, ma soprattutto degli altri. Dal letame potrebbero spuntare dei fiori e per la prima volta si avrebbe l'impressione di una questione socio/culturale affrontata per necessità e urgenza, non per opportunità.