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Marcell Jacobs: “Sono un sottone, decide tutto mia moglie. Non tollero le accuse di doping, non ho amici”

Marcell Jacobs si racconta negli studi di Belve. Ospite della puntata in onda martedì 29 aprile, parla del rapporto con sua moglie Nicole Daza, di quello con suo padre e rivela alcuni retroscena del mondo sportivo.
A cura di Eleonora di Nonno
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Marcell Jacobs è uno dei protagonisti della puntata di Belve in onda martedì 29 aprile su Rai1. Francesca Fagnani gli chiede subito cosa si provi a essere "l'atleta più veloce del mondo", lo sportivo non nega che sia una bella sensazione ma chiarisce subito che per lui contano soprattutto le medaglie. Nel corso dell'intervista, Jacobs parla del rapporto con sua moglie e torna su alcune vicende del passato, sia quella con Fedez che con Giacomo Tortu.

Marcell Jacobs: "Contro di me tanta rabbia"

Marcell Jacobs sapeva che sarebbe stato un vincente: "Il mio futuro me lo sono creato, fin da piccolo sapevo che avrei potuto fare qualcosa nella vita. Sapevo che ce l'avrei fatta". Nella sua vita non sono mancate le sconfitte, ma per lui perdere è un modo per imparare tanto. Alla domanda su cosa si provi a essere il più veloce d'Europa nei 100 metri, risponde: "È bello, ma sai che potresti anche essere il più veloce del mondo. Io punto più alle medaglie che ai record, i record possono essere battuti". In pista si sente il più forte, fuori invece cerca di rimanere con i piedi per terra. Sembra impensabile per un atleta, ma ammette di essere molto pigro: "A casa non faccio niente, mi piazzo sul divano. Per fare un piano di scale prendo l'ascensore". Ha tanti ammiratori, ma anche moltissimi hater: "Lo vedo sui social che c'è questa rabbia e cattiveria nei miei confronti. Nel faccia a faccia non me lo hanno mai detto. Quello che mi dà più fastidio è quando parlano di doping perché non sanno quanta fatica ci vuole per arrivare a certi risultati, non lo tollero". Tra i suoi difetti? Quello di essere un po' bugiardo.

Marcell Jacobs: "Contattai mio padre solo perché mi serviva in pista"

Marcell Jacobs è stato cresciuto solo da sua madre a Desenzano, perché il padre militare si è allontanato quando lui era molto piccolo:

All'inizio mentivo a me stesso o agli altri dipingendo mio padre come un supereroe che amavo e ammiravo. Dicevo che era un eroe di guerra, ma dentro di me soffrivo. Io non avevo una famiglia come quella dei miei compagni. A un certo punto mi sono reso conto che mio padre per me non c'era mai stato, non ho mai provato a darmi una spiegazione. Lui ha provato a contattarmi tante volte, ma io avevo creato una barriera dentro di me. L'ho visto solo una volta quando avevo 12 anni durante una reunion con i parenti americani. È stato come passare del tempo con uno sconosciuto per quattro giorni. Non ho provato niente.

Prima delle Olimpiadi ha cercato di ricostruire un rapporto con lui: "Da un giorno all'altro gli ho scritto sui social chiedendogli come stesse e se volesse parlarmi. Lui mi rispose in maniera molto fredda, erano messaggi forzati. Io lo facevo perché sapevo che abbattere quel muro dentro di me mi potevo aiutare in pista". Quando gareggia per scaramanzia usa sempre lo stesso paio di boxer e prima di vincere le Olimpiadi di Tokyo racconta che augurò buona fortuna ai suoi avversari "per far capire che non li temeva". Le accuse di doping da parte dei colleghi italiano lo hanno fatto molto soffrire: "Imbrogliare non è parte del mio dna". Nell'ambiente, comunque, non ha amici: "Non sono amichevole, do poca confidenza. Non riesco a stabilire rapporti. Non mi fido degli altri".

Marcell Jacobs: "Mi affidai alla società di Fedez ma nell'anno delle Olimpiadi non era pronto il progetto"

Marcell Jacobs nel 2018 era stato contattato dalla società di Fedez per la gestione della sua immagine. L'intenzione era quella di costruire un progetto in vista delle Olimpiadi di Tokyo, ma così non è stato e il loro rapporto lavorativo si è interroto: "Mi ha querelato". Concorda con Fagnani nel dire che affidarsi alla società del rapper sia stato un peccato di vanità. Parlando dei suoi infortuni, rivela: "Tante volte sono autosabotaggi: quando non vuoi fare una cosa il corpo trova un modo per non fartela fare". Sull'amore con la moglie Nicole Daza, rivela:

Voleva a tutti i costi una figlia femmina. Ha messo in atto una serie di accorgimenti, seguendo il calendario cinese e facendo sesso solo in determinati giorni. Alla fine ha avuto ragione. Sono un sottone. Non ho potere decisionale, mi sono arreso completamente.

Sempre restando in tema amoroso, confessa che in passato gli piaceva essere un seduttore e che gli è capitato di tradire. Ritorna poi sulla vicenda con Giacomo Tortu, fratello del velocista Filippo, accusato di aver fatto spiare Marcell Jacobs:

Ci sono rimasto male, non era una cosa che mi sarei mai aspettato, soprattutto nel nostro ambiente. È stata una notizia che mi ha sconvolto. Vincendo le Olimpiadi ho oscurato il percorso di Filippo Tortu, forse pensavano facessi uso di doping. Sono entrati nel mio telefono per spiare le chat con il mio allenatore e con mia moglie. La violazione di privacy mi ha ferito. Non potrei mai pensare che Filippo fosse a conoscenza di questa cosa. Sarebbe una batosta sia personale che per la squadra scoprire che lui sia coinvolto.

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