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Mara Maionchi: “Le parolacce in televisione? Sarei più contenta se ne dicessi di meno”

Le parole della regina dei discografici sul suo ultimo progetto, “Quelle brave ragazze”, che smonta i pregiudizi sulla terza età: “Anche i vecchi possono essere curiosi, girare il mondo e conoscere luoghi e persone nuove”.
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Mara Maionchi è la protagonista, insieme a Sandra Milo e Marisa Laurito, della nuova edizione del format Sky "Quelle brave ragazze". In una intervista a Libero, la regina dei discografici racconta la sua terza vita, più che la sua terza età: "Ho detto: ma perché continuiamo a vedere sempre programmi sui viaggi con dei giovani protagonisti? I vecchi non possono viaggiare, essere curiosi, girare il mondo e conoscere luoghi e persone nuove, almeno finché la salute lo permette… Perché non provare con tre donne âgé". E così è nato "Quelle brave ragazze".

Le parole di Mara Maionchi

Mara Maionchi è la regina della televisione per tutti, anche grazie alla sua capacità di essere trasversale, di valicare i generi e attraversare i target di riferimento. È per tutte le età, a dispetto di qualche parolaccia che difficilmente controlla:

Mi diverto molto a lavorare. Mi interesso a tutto. Mi piace vedere cose nuove, provare. Quando ho iniziato X Factor facevo il mio lavoro di prima anche lì. Ed è stata la mia fortuna perché di tutto il resto non sapevo niente. Possiamo dire che X Factor è stato il programma più simile alla mia vita precedente. Da quella esperienza è nato anche Marco Mengoni che ha avuto la fortuna di lavorare con Morgan, un uomo colto, geniale, pieno di racconti affascinanti. Il miglior giudice della storia di X Factor. Poi ho ho cominciato a fare anche altre cose in tv che con la discografia non c’entravano. Ma le ho fatte sempre con lo stesso spirito tutto mio, proprio così come sono io, nel bene e nel male. Le parolacce? Cerco sempre di trattenermi, ma poi c’è qualcosa che mi fa scattare e perdo i lumi della ragione. Sarei più contenta se ne dicessi di meno

Le sue scoperte più grandi: Mango e Tiziano Ferro

C'è spazio per parlare anche di quelle che sono state le sue due scoperte più importanti, l'indimenticabile Pino Mango e Tiziano Ferro. Su Mango: "È stato il più bravo cantante che abbia mai conosciuto, di una capacità vocale spettacolare e incredibile. Lo abbiamo messo a lavorare con Mogol e Salerno e da lì è nato un artista che purtroppo, rispetto al suo valore, è stato sottovalutato. Questo è stato per me un dispiacere". E su Tiziano Ferro: "Un ragazzo vocalmente particolare con cui abbiamo fatto i primi tre dischi. Lo abbiamo convinto a scrivere in maniera più attuale, ad ascoltare il mondo. Se uno è attento e analizza le armonie, non sta copiando ma solo ascoltando musica che è anche moda. Ascoltando si impara". 

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