Luciana Littizzetto al debutto a Che tempo che fa su Nove: “Io come Ambra, questa non è la Rai”
Luciana Littizetto debutta sul Nove nella nuova edizione di Che tempo che fa, la prima a non essere trasmessa dalle reti Rai. La comica e conduttrice ha scelto di accompagnare l’amico Fabio Fazio in questa nuova avventura televisiva coincisa con il trasloco dello storico format di Rai3. Ed è proprio al fatto di non essere più in onda sulle reti del servizio pubblico che Luciana ha fatto riferimento nella prima lettera di questa stagione, letta come di consueto dallo storico tavolo dell’ex titolo di successo di Rai3.
La lettera di Luciana Littizzetto sul Nove
“Caro Nove, eccoci qui come Ambra a dire ‘Non è la Rai’. Io te lo dico, preparati, voglio togliermi tutti i sassolino che ho nelle scarpe, che dopo decenni sono diventati grossi come nuraghi. E sappi che dirò tante parolacce, tutte quelle che non potrò dire in tanti anni”, ha esordito così Luciana nella sua “letterina”, una dichiarazione di intenti che ha sottolineato quanto accadrà, a partire da questo momento.
Il testo della letterina di Luciana Littizzetto
“Sappi che parlerò di Meloni e dell’opposizione che la combatte ogni giorno, ma oltre che di Salvini parlerò anche della Schlein…e del suo fantastico modo di esprimersi che certamente avvicinerà al partito democratico i ceti più semplici e proletari”, ha proseguito la comica, confermando l’intenzione di continuare a occuparsi di politica, “Parlerò di Crosetto e di Pichetto, di Sangiuliano e dei libri che non ha letto. Parlerò di Piantedosi che ama i migranti ma a piccole dosi, e anche di Giorgetti che toglie le tasse ai grandi e le lascia ai piccoletti", dice Littizzetto, dopo aver salutato il canale in diverse lingue, da ‘caro Nove' a ‘Dear Nine', collocando l'emittente sul telecomando ai confini dell'universo conosciuto, poco prima dell'ignoto in cui si trovano ‘telesangiovese' e ‘Cip e Ciop Channel’”. Ha proseguito promettendo, soprattutto all’amico Fazio, di non avere intenzione di applicare alcuna censura, nemmeno nell'uso delle parolacce:
Parlerò del salario minimo, che sarebbe il minimo per vivere dignitosamente, e invece non serve a niente secondo il CNEL… o LA CNEL … e parlerò del CNEL perché la sua esistenza è uno dei grandi misteri di questo pianeta insieme all’Area 51, Loch Ness e la veggente di Trevignano…Parlerò di cose che fanno ridere, perché è il mio mestiere. Ma parlerò anche di cose che fanno male, perché è il mio mestiere anche quello. Parlerò di femminicidi, perché dall’inizio dell’anno sono già state uccise 90 donne di cui 75 in famiglia e possiamo cambiare rete ma non smettere di denunciare questo orrore. Parlerò anche di morti sul lavoro, che sono 657 nei primi otto mesi dell’anno… più di uno al giorno, perché chissenefrega della sicurezza se bisogna fare soldi e farli in fretta. E parlerò di guerra. Di tutte le guerre. Ne parlerò come so e come posso, perché non sono un’esperta. Posso solo dire che la guerra distrugge sempre, mentre la prerogativa degli umani è quella di costruire. Ma ti giuro, caro Nove, che sarò sempre la parentesi minchiona della settimana. L’angolo della balenga. L’attimo di respiro dopo sette giorni in apnea. La finestra socchiusa in una camera piena di mangiatori di fagioli. E tu, Nove, accoglimi, fatti capanna. Fatti guscio, cofanetto, scrigno e portagioie. Sii la mia ostrica, e io sarò la tua pirla.