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Liti, lacrime e insulti: Ballando con le stelle solletica la pancia del Paese perché questa è la Tv

Il programma del sabato sera è ripartito all’inseguimento di una logica consolidata da reality show, in cui l’elemento stesso del ballo è ormai secondario. È criticabile, ma funziona ed è la più efficace delle ricette per la Tv generalista.
A cura di Andrea Parrella
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La stagione televisiva non può raggiungere il suo clou senza il proverbiale scontro del sabato sera tra Maria De Filippi e Milly Carlucci. Se la prima era già ripartita da alcune settimane con il suo Tu Si Que Vales, la nuova edizione di Ballando con le Stelle ha preso il via solo l'8 dicembre, servendo sin da subito le sue portate più succulente.

Dalle preventivabili frecciatine di Selvaggia Lucarelli al manifesto No Vax Enrico Montesano, all'altrettanto lecita e ipotizzabile commozione della stessa per la prestazione danzante del suo compagno Lorenzo Biagiarelli, fino al più che preconizzabile scontro tra Lucarelli e Iva Zanicchi, che ha insultato senza mezze misure la giudice, andandoci giù pesante.

Un modello, quello di Ballando con le Stelle, alla costante ricerca del battibecco, la parola fuori posto, la reazione scomposta, la coda di polemiche da incentivare per alimentare il dibattito settimanale, motore fino alla puntata successiva. Il programma segue una logica consolidata da reality show che è andata ben oltre l'interesse per il ballo come nucleo centrale della trasmissione, cosa che invece aveva segnato le prime stagioni.

Questo dato di fatto non rappresenta una rivelazione, né una novità, appare abbastanza evidente che in maniera sistemica, da tempo, la squadra di Milly Carlucci costruisca con saggezza cast che alimentano polemiche sin dalla vigilia (è successo quest'anno per Montesano) o che lo faranno nel corso del programma (quello di Morgan è un caso di scuola) seguendo un moto perpetuo che punta a solleticare e sollecitare la cosiddetta pancia del Paese. Un meccanismo oleato che è oggi più che mai indispensabile per la Tv generalista, soprattutto quella del comparto intrattenimento. Riguarda la Tv privata, pensiamo agli azzardi del Grande Fratello Vip in queste ultime settimane, così come per quella pubblica. Criticabile? Forse, ma funziona ed è la ricetta più efficace per tenere in piedi la Tv generalista.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.  
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