L’inviata di Rai1, Stefania Battistini, fermata in diretta dalle forze speciali ucraine
Momenti di tensione per Stefani Battistini, la giornalista inviata di Rai1 stamane in collegamento con UnoMattina, è stata fermata in diretta dai militari ucraini che hanno invaso la sua stanza d'albergo nel centro di Dnipro. Fortunatamente non è accaduto nulla di preoccupante, come ha poi dichiarato lei stessa richiamando la redazione, dicendo che ha dovuto fornire le sue generalità e che dopo poco è stata "liberata" dai soldati che, poi, si sono anche scusati.
Il collegamento fermato dai soldati ucraini
Il tutto si è verificato nell'arco di una manciata di secondi, lasciando gli ospiti in studio allarmati dalle immagini che sono state trasmesse in diretta. Stefania Battistini, infatti, si trovava nella sua camera d'albergo a Dnipro, città al centro dell'Ucraina, quando un manipolo di soldati ucraini sono entrati improvvisamente nella stanza con in braccio i mitra, puntati verso la giornalista e il suo operatore. Uno dei militari, poi, l'ha raggiunta fuori al balcone e le ha ordinato di rientrare e di interrompere il collegamento, come si vede dalle immagini in cui l'inviata è costretta a camminare con le bracci alzate. In quel frangente, poi, ha fornito le sue generalità e ha poi dichiarato di stare bene, come comunicato anche dai conduttori di UnoMattina che hanno dichiarato: "Stefania e il suo operatore sono liberi e stanno bene". Probabilmente si è trattato di un'operazione messa in atto per scoprire se in città vi fossero infiltrati russi.
Il racconto di Stefania Battistini
La giornalista, poi, raggiunta da RaiNews ha raccontato alla testata nel dettaglio cosa è accaduto: "Hanno spalancato la porta urlando coi fucili spianati. Hanno buttato a terra i due operatori di ripresa Simone Traini e Mauro Folio, con il ginocchio premuto sulla loro schiena e il kalashnikov puntato a 2 cm dalla loro testa. Erano evidentemente molto nervosi, quindi poteva accadere qualunque cosa". Battistini ha poi aggiunto:
Dopo circa un quarto d’ora è arrivato il capo della Polizia e siamo riusciti a spiegare chi eravamo e cosa stavamo facendo. Quello che è successo stamattina racconta il livello di tensione che sta vivendo il popolo ucraino, per cui qualsiasi attività considerata fuori dall’ordinario viene considerata un’attività nemica