L’intervista integrale di Papa Francesco per Natale: “La corruzione imputridisce l’anima”
Domenica 18 dicembre su Canale 5, dalle ore 20:35 va in onda "Il Natale che vorrei". Papa Francesco ha concesso una nuova intervista in prossimità del Santo Natale. Il pontefice, intervistato dal vaticanista Fabio Marchese Ragona, ha affrontato tematiche importanti come la guerra in Ucraina, la povertà, ma anche aspetti che riguardano il suo pontificato, che nel marzo del 2023 raggiungerà i dieci anni. Di seguito l'intervista integrale da rivedere anche su Mediaset Play.
L'intervista integrale a Papa Francesco
In Ucraina, stanno vivendo una situazione davvero difficile, sono state scoperte anche delle camere di tortura per bambini in Ucraina. Perché i leader di questi due Paesi non riescono a sedersi a un tavolo per dialogare?
Stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzetti. L'Ucraina ci risveglia un po' perché è vicina, ma la Siria da 13 anni è in guerra, lo Yemen da quanto? Il mondo è in guerra e questa cosa fa soffrire tanto. Un anno sono andato al cimitero di Anzio, dove sono sepolti i soldati americani, ho visto l’età dei ragazzi e ho pianto. Come mai si distruggono vite a quell'età? Delle volte penso alle mamme con il postino che bussa alla porta: ‘Signora, una lettera per lei, abbiamo l'onore di dire che lei è la mamma di un eroe’. Sì, di quel figlio alla mamma rimane soltanto quella lettera. È una pazzia la guerra, distrugge sempre, perché un'aggressione ne porta un’altra, e un'altra, e un'altra. L'industria delle armi, un'industria che invece di far progredire l'umanità fa delle cose per distruggere.
Da quando è scoppiata la guerra lei ha fatto tanti appelli all’Angelus, all’udienza generale, ha chiesto a Putin di poterlo incontrare a Mosca per provare a fermare la guerra, ha parlato con il Presidente Zelensky. Abbiamo visto le sue lacrime, in piazza di Spagna quando ha portato davanti alla Madonna le sofferenze dei bambini dell’Ucraina. C’è un momento in cui anche il Papa di fronte a questa situazione, dopo tanti mesi, dice ‘Cos’altro posso fare’?
È la pazzia della guerra. La guerra è cominciata con Caino. Lo spirito cainista. Chi uccide per gelosia, uccide per un interesse. È brutto. Adesso ci saranno conseguenze sociali in tutta Europa. Preparati.
Anche qui in Italia ci sono delle ripercussioni. Si parla del caro energia, perché aumentano i prezzi. Oggi tanti commercianti stanno rischiando di chiudere bottega perché non hanno come pagare bollette. Queste famiglie, gli imprenditori, come possono fare per andare avanti serenamente? Viene da dire: a quale santo devono votarsi?
Questi sono gli effetti della guerra, no? I prezzi volano, si perde oggettività, è tutto connesso. Ci sono dei Paesi, penso allo Yemen, dove i bambini rischiano di morire di fame. Né tu né io sappiamo cosa fosse, cosa sia, fare la fame. Lo sapremo, forse? C’è tanta gente che già comincia a saperlo.
Questo è un esempio che riguarda l’Italia, ma c’è chi non ha il problema di pagare le bollette perché non ha nemmeno la casa. E qui sono tanti. Ho portato due segni: una coperta e del pane.
C’è una cosa che a me preoccupa tanto: è l’indifferenza. Il peggio che a noi può accadere è guardare da un’altra parte. Misurate le spese di Natale. Questo è un Natale triste, un Natale di guerra. C’è gente che muore di fame. Per favore abbiate un cuore grande e non fate spese come se nulla accadesse. L’indifferenza è una delle cose che dobbiamo combattere e tanto. Dobbiamo prendere coscienza di questo momento storico, della povertà. Ci sono dei bambini che giocano con un missile russo, che fanno la fame. Almeno festeggiamo la Natività perché la Natività è una cosa bella, è un bel messaggio. Ci vuole fare festa, ma facciamo festa con moderazione.
Queste persone che vivono per strada, passeranno un Natale al freddo, difficile. E allora vien da domandarsi: la classe dirigente, le Istituzioni cosa devono fare per queste persone? E parliamo di Istituzioni, di classe dirigente che, a livello europeo proprio in questa settimana, sta vivendo uno scandalo che riguarda la corruzione. Un insulto verso chi non ha nulla.
Tutti siamo peccatori e dobbiamo chiedere perdono al Signore tutti i giorni per i nostri sbagli. Oggi si scivola dal peccato alla corruzione. Come mai, con il bisogno che c’è in Europa di tante cose, questa gente che è nell’amministrazione scivola nella corruzione? Sono deboli. Sì, sì deboli. Anche io sono debole, tutti siamo deboli. Ognuno ha il proprio punto. Peccatore sì, ma corrotto no. La corruzione imputridisce l’anima.
Lei tante volte durante quest’anno, ma anche in passato, ha fatto degli appelli per le nascite e ha detto più volte: se non fate i figli non ci sarà futuro. C’è chi non può aver bambini perché non può permetterselo o per altri motivi. C’è chi, invece, sceglie di non aver figli. Ma secondo Lei l’Italia ha la maturità per capire che se non si fanno figli non ci sarà futuro?
C’è un inverno demografico oggi in Italia. Non c'è la cultura della procreazione, meglio fare un viaggio, comprare la villa, conosco gente che la pensa così. Alcuni Paesi, come la Francia, hanno fatto misure pro-famiglia molto buone e per questo il livello delle nascite in Francia è salito abbastanza. In Italia ci vuole in questo momento aiutare le famiglie. Tante donne hanno paura di restare incinte perché pensano di essere mandate via dal lavoro e altre non lo trovano perché i datori di lavoro hanno paura che rimangano incinta. Un figlio è una minaccia in questo momento, dovrebbe essere una benedizione. Io dico, italiani per favore fate figli. Meno egoismo.
A proposito di bambini, basta davvero poco per farli sorridere: una palla per giocare in strada, per giocare in un campetto.
Lo sport è nobile. Lo sport porta nobiltà. Don Bosco diceva “se vuoi radunare i ragazzi metti un pallone sulla strada e verranno come le mosche al dolce”. I bambini giocano e c'è una cosa molto bella che è il valore del gioco, dello sport. È una benedizione poter farlo bene, tutti noi abbiamo bisogno della gratuità dello sport. Per questo sono contento quando vedo che la gente si entusiasma per il mondo dello sport e quando non perde quella dimensione di "amatorialità". Lo sport è gratuito, è amateur, no? Ci sono, adesso, aspetti più commerciali ma non sta male se sono moderati.
Mi viene in mente il fatto che in questi momenti il mondo è concentrato sulla finale dei Mondiali: c’è un augurio che vuole fare a chi vince la Coppa del mondo, ai vincitori?
Ai vincitori tutti fanno gli auguri. Che lo vivano con umiltà. E a quello che non vince, che lo vivano con gioia perché il valore più grande non è vincere o non vincere, è giocare pulito, giocare bene. Ambedue che abbiano il coraggio di darsi la mano.
Santo Padre, tra qualche mese saranno dieci anni di pontificato, un pontificato che le ha dato tante gioie, ma anche tante sofferenze. C'è qualcosa che avrebbe voluto realizzare e che ancora non ha realizzato.
Quando sono stato eletto ho preso in programma tutte le cose che con i cardinali abbiamo stabilito nelle riunioni pre-conclave per il prossimo Papa, ma nessuno sapeva chi fosse. Questo è stato il mio cammino per andare avanti. Una delle cose che più si vede, non la più importante ma quella che più si vede, è la pulizia economica, evitare che ci siano cose brutte economicamente. In questi giorni è stato riunito il Consiglio per l’Economia, sta lavorando bene. Possiamo avere una curia molto organizzata, una parrocchia organizzata, una diocesi molto organizzata, ma se non c’è spirito di missione, se non si prega lì dentro non vai. La preghiera è importante.
C’è qualcosa che invece ha dovuto fare e avrebbe voluto evitare?
La parte economica. Ho solo dato indicazioni, tutto questo lo ha visto chiaro il Cardinale Pell, Poi è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fatto – che poi era innocente, ma gliel’hanno fatta brutta poveretto – e si è allontanato da questa amministrazione.
Qual è stata l’immagine che le è rimasta più impressa, negli incontri che ha avuto da pontefice, l’immagine che le è rimasta impressa nel cuore?
I bambini malati. Quando vedo un bambino in sedia a rotelle, quando vedo un bambino che è ammalato, quando me lo portano perché morirà, questo mi tocca. Quella domanda di Dostoevskij “perché soffrono i bambini?” è un mistero. Ma questo mistero ti avvicina a Dio. Una delle gioie più belle è accarezzare i bambini e accarezzare i vecchi. È curioso. La tenerezza dei vecchi e la tenerezza dei bambini.
Siamo nei giorni del suo 86esimo compleanno. C’è qualcuno che dice che l’importante è sentirsi giovane nel cuore, lei si sente giovane?
Posso dirti che mi sento felice. Il Signore mi accompagna, mi sento pastore, sto facendo la mia vocazione, sono un peccatore. Ogni 15 giorni viene il francescano santo che mi perdona i peccati, ma sono contento perché vedo che il Signore mi aiuta ad andare avanti.
Lei ha scritto una lettera, l’Admirabile signum, che parla dell’importanza del presepe nelle famiglie. Come immaginava lei da bambino la nascita di Gesù, a casa facevate il presepe?
Sì, si faceva sempre con le statuine di gesso. Semplice. E poi si preparava bene, si metteva anche un po’ di erba per i cammelli dei Re Magi. La cosa più bella era dopo la messa, che in quel tempo si svolgeva a mezzanotte era andare a mettere il Bambino perché era nato. Noi eravamo una famiglia molto
semplice, non eravamo ricchi. Il Natale per noi era il presepe, non l’albero, è curioso: da noi non era
abitudine fare l’albero a casa. Facevamo il presepe.
Questo Bambinello arriva da Betlemme, possiamo dire che raccoglie un po' tutte le speranze del mondo. Ha voglia di lasciare un messaggio per questo Natale a chi ci sta ascoltando?
Guardate il bambino e la stella. Un bambino in più è una speranza, lui ha portato la speranza ma è nato povero, perseguitato è dovuto fuggire. Ambedue sono il messaggio di Natale oggi. Per ognuno di voi che ci sta ascoltando chiedo al Signora che vi dia la tenerezza umana e la luce della stella, se guardi la stella saprai dov'è la strada, come i Magi. Se guardi il bambino sai come deve sentirsi il tuo cuore.