“L’ettogramma”, a Back to school le lacune di Flavia Vento in matematica
Flavia Vento è una delle protagoniste della seconda puntata di Back to school. La presenza della showgirl era attesissima e i suoi risultati scolastici davanti ai docenti sono all'altezza delle aspettative. La sua maestrina è particolarmente severa e Flavia Vento cade ben presto in una serie di errori soprattutto in matematica, che ammette essere un tasto dolente, anzi dolentissimo. "Non la voglio neanche sentire nominare", si lamenta al campus durante le lezioni con la sua piccola insegnante, mettendo le mani avanti: "A scuola io dormivo e la maestra non mi svegliava mai".
La matematica non è il mestiere di Flavia Vento
La showgirl fa impazzire il pubblico con le sue irriverenti gaffe in matematica. Nonostante gli sforzi della maestrina che fa di tutto per farle capire le unità di misura, Flavia Vento non ne vuole sapere. Se l'ettogrammo è una parola a lei sconosciuta, magicamente tramutata in "ettogramma", tutto si fa più semplice quando i bambini la riportano alla quotidianità dei fatti, citandole il famoso etto di prosciutto. D'altronde la modella non finisce mai di stupire, quando ammette che la sua maestra delle elementari si chiamava Tontoli. Ecco il perché di tante lacune.
L'esame di Flavia Vento a Back to school
È il momento dell'esame davanti alla Commissione. Flavia Vento non inizia nel migliore dei modi, visto che butta tutto "in caciara" provando a fare la simpatica. Peccato però che la professoressa Bertucci non stia al gioco di essere chiamata "Bertuccia" dalla Vento. L'esame di matematica va tutto sommato bene. Nonostante i dubbi persistenti sulle unità di misura, "Il multiplo di un grammo? Due grammi!", la showgirl riesce a risolvere un problema. Segue l'esame di scienze, ma anche l'anatomia non sembra essere particolarmente chiara "Le ossa lunghe? Le gambe". Va meglio con le domande di cultura generale, perché Flavia Vento sa perfettamente cos'è il plancton, che in Brasile si parla il portoghese e che in Giappone si beve il sakè.