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L’Eredità chiude una stagione record, è il programma più visto del daytime della tv italiana

L’Eredità è il programma più visto del daytime della tv italiana. Questa stagione si è chiusa con ascolti da record e una media di spettatori che ha superato anche i cinque milioni.
A cura di Ilaria Costabile
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Tra i programmi dell'access prime time che più riscuotono successo tra il pubblico, c'è senza dubbio L'Eredità. Il game show di Rai 1 chiude questa edizione con un record stagionale, raggiungendo picchi di share davvero significativi per uno dei contenitori più longevi della tv. Quest'anno alla conduzione è subentrato Marco Liorni che ha dimostrato di essere uno dei conduttori più competenti ora sul piccolo schermo.

La stagione da record de L'Eredità

Stando a quanto riportato dall'Ansa, il game show nato nel 2010 e prodotto da Banijay Italia, è riuscito a superare la media di telespettatori da quando è approdato per la prima volta in televisione. La media di quest'anno, infatti, è stata di 4.4 milioni di telespettatori con il 26,8% di share, ovvero con un punto in più rispetto all'edizione precedente. Nonostante non manchino competitor sulle altre emittenti televisive, L'Eredità è stato il programma più visto di tutto il daytime della televisione italiana, le puntate più viste sono state viste da 5.3 milioni di persone, raggiungendo vette di 29,9% di share e sono stati sfiorati anche i 6 milioni di telespettatori con il 31,1 % di share. Approfondendo ancora di più il dato, il 30,7% del pubblico è femminile e il 28.5% laureato. Risultati che invogliano a puntare non solo sul programma, ma anche sulla fascia oraria che, in qualche modo, fidelizza il pubblico ormai radunatosi davanti al piccolo schermo per assistere alle evoluzioni del gioco.

Marco Liorni nuovo volto dell'Eredità

La conduzione di Marco Liorni, subentrato a Flavio Insinna, è stata accolta in maniera più che positiva dal pubblico. Il conduttore, infatti, come spiegato anche in un'intervista a Fanpage, ha cercato di dare una sferzata al gioco:

Sono partito dall'idea di esaltare il gioco, perché alla fine la gente vuole giocare, una cosa quasi banale da non perdere mai di vista. Allo stesso tempo, specie con una quotidianità, pian piano esce fuori quello che tu, gli autori, i concorrenti inconsapevolmente, volete portare nel programma. Ogni volta che entro in studio ho l'obiettivo di stare bene, portare i concorrenti a sentirsi liberi, anche perché quella è la condizione per indovinare di più.

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