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Lele Adani commosso ricorda la madre: “Ho la barba da quando è morta, l’ho tenuta per 10 anni”

Il commentatore sportivo si racconta a Ciao Maschio, rivelando un dettaglio sul vezzo della barba: “Decisi di farla crescere quando morì mia madre, doveva essere l’ultima persona ad accarezzarmi la pelle”.
A cura di Andrea Parrella
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Tra i protagonisti del racconto Rai degli ultimi mondiali di calcio in Qatar, Lele Adani è un personaggio divisivo, si ama oppure no ma proprio per questo è un personaggio che riesce ad attirare su di sé grande attenzione. È lecito, dunque, che ci sia l'interesse di raccontarlo anche fuori dal mondo dello sport come ha provato a fare Nunzia De Girolamo, che lo ospiterà nella prima puntata di Ciao Maschio in onda sabato 21 gennaio su Rai1 alle 00.20.

Una puntata durante la quale Adani si è lasciato andare raccontando aspetti molto intimi e personali alla conduttrice, tra cui un ricordo legato a sua madre e a una sua caratteristica, la barba. Come riporta in un'anticipazione della puntata di questa sera DavideMaggio.it, Adani ha infatti raccontato di aver deciso di lasciarsi crescere la barba proprio nel giorno in cui la madre è venuta a mancare, bel 2012.

“Mia mamma, negli ultimi momenti prima di salire al cielo mi diede tre carezze. Io ho interpretato quelle tre carezze come una per me, una per mio fratello, una per mio papà. Io non avevo la barba e ho promesso che per dieci anni non l’avrei più tagliata, perché lei doveva esser l’ultima che accarezzava la mia pelle, in quel momento sul letto suo di morte. E quindi ho mantenuto quella promessa”

Il commentatore sportivo, passato a Rai Sport da alcune stagioni dopo un lungo percorso a Sky, ha quindi rivelato il motivo di quel vezzo estetico che per la verità negli ultimi è andato molto di moda, ma che per lui aveva una ragione differente. Una barba che, come promesso, ha quindi tagliato solo dieci anni dopo la morte della madre, il 2 gennaio dello scorso anno. Nonostante ciò, Adani confessa di continuare a sentire tutt'oggi, forte, il peso dell'assenza della madre:

“Mi manca, cavolo! Mi manca toccarla, io sono uno carnale”.

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