L’arresto di Fazio in diretta diventa meme, ma da mesi Facebook incassa soldi con fake news truffa
Ogni fenomeno che si rispetti porta con sé la sua dose di ironia e nell'era in cui la più efficace forma di satira è il meme anche le truffe online che da mesi coinvolgono incolpevoli personaggi di spicco del mondo dello spettacolo sono diventate oggetto di post sarcastici che strappano senza dubbio una risata, soprattutto per chi ha capito il gioco e a quelle fake news non cascherebbe mai.
Parliamo da mesi, ormai, del sistema di notizie false che ha caratterizzato inizialmente solo Facebook, per poi allargarsi, sebbene in forma minore, anche ad Instagram e X (ex Twitter) e che coinvolge personaggi del mondo della televisione, per lo più volti della Tv generalista e quindi molto noti al grande pubblico. I personaggi in questione si ritrovano protagonisti di post dai toni altisonanti e scandalistici che rimandano a notizie false e che, soprattutto grazie alla contraffazione dei siti di noti quotidiani italiani, li rendono testimonial involontari di piattaforme di investimenti che si rivelano scatole vuote, truffe per utenti distratti e poco allenati a riconoscere l'inganno.
Fabio Fazio, Chiara Ferragni, Alessia Marcuzzi, Paola Cortellesi, Virginia Raffaele, Elisabetta Canalis, Myrta Merlino, Alessandro Cattelan, Francesca Fagnani. Sono tantissimi i nomi del mondo della Tv che sono stati ascoltati "a microfono aperto", che hanno divulgato "informazioni finanziarie che potrebbero scuotere le fondamenta della società italiana", portando quindi all'intervento delle forze dell'ordine in studio.
Finte interviste che sfruttano le immagini di momenti televisivi realmente accaduti, come aveva raccontato a Fanpage.it una persone che, pur preferendo rimanere anonima, spiegando di aver investito dei soldi perché convinta di aver visto davvero un'intervista in cui Marcuzzi rivelava a Fazio il segreto dei suoi investimenti.
Anche l'account di Che Tempo Che Fa scherza sulle truffe online
Domenica 3 marzo sera a Che Tempo Che Fa, in occasione dell'attesissima intervista di Chiara Ferragni dopo il caso pandori e la crisi con Fedez, si è effettivamente verificato un incrocio televisivo di quelli citati nei finti post truffa e la cosa è diventata immediatamente un volano per post ironici che richiamavano proprio alle truffe online. L'immagine principale dell'articolo si riferisce proprio al post di un account molto popolare su X, con un palese fotomontaggio di Fazio e due carabinieri che gli si avvicinano, segno tangibile che queste truffe si sono dimostrate efficaci perché in grado di incunearsi in una frattura generazionale che non esiste solo nella realtà, ma anche sui social. Anche l'account ufficiale di Che Tempo Che Fa aveva scherzato sulla questione in settimana:
Gli assurdi profili hackerati
Nel corso dei mesi abbiamo provato a mettere in guardia gli utenti raccontando in che modo questi post truffa riescano a circolare con tanta facilità, la dinamica attraverso la quale profili di personaggi lontani anni luce dal mondo dello spettacolo italiano, da politici brasiliani all'account di un ministero greco fino al padre spirituale africano, vengano sistematicamente hackerati e da questi partano post supportati da sponsorizzazioni di durata brevissima, per eludere qualsiasi forma di controllo. In questo modo i post in questione possono gridare al quasi arresto di Alessia Marcuzzi, alle parole pericolose di Paola Cortellesi e addirittura alla morte di Chiara Ferragni.
Il paradosso delle piattaforme social che guadagnano con le truffe
Ma qual è il problema alla radice? Che questo sistema, nonostante le denunce, continui a stare in piedi (nelle ultime ore ci hanno segnalato diversi post di simile tipologia riferiti al direttore di Libero Alessandro Sallusti) e che le piattaforme riescano a fare pochissimo per arginarlo.
Non si conosce l'origine di queste truffe, non ci sono dati che siano in grado di spiegarci quali siano le dimensioni del fenomeno, poche le denunce effettivamente registrate (ammettere di essere stati truffati non è semplice) e le piattaforme, sostanzialmente, non sembrano voler affrontare la questione o rilasciare dichiarazioni nel merito. Eppure queste truffe sono portatrici di un paradosso: bucano i controlli delle piattaforme pagando le sponsorizzazioni, soldi che finiscono nella pancia delle piattaforme stesse. Che intanto fingono di non vedere il problema. A ottobre Facebook aveva risposto così a un chiarimento chiesto da Fanpage.it:
"I truffatori utilizzano diversi metodi, sia online che offline, per ingannare le persone, tra cui telefonate e messaggi di testo falsi, e-mail di phishing e annunci di truffe online. Stiamo dedicando risorse significative per contrastare questo fenomeno, a partire dal bloccare gli annunci fraudolenti sulle nostre piattaforme. Continuiamo a investire in nuove tecnologie e metodi per proteggere le persone che utilizzano i nostri servizi da queste truffe".
Da allora nessuna notizia aggiuntiva e i post continuano a diffondersi, periodicamente, con la singolare ma affatto inaspettata caratteristica di muoversi in sintonia con i trend del momento, come era successo con le parole di Meloni sulla vicenda Ferragni e nel caso delle polemiche sull'imitazione di Beatrice Venezi realizzata da Virginia Raffaele nel suo programma su Rai1. Insomma, non solo bot, dietro queste truffe sembrano esserci teste pensanti, che sentono ciò che accade e agiscono di conseguenza.