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La storia di Beatrice Tassone: “Sono una fumettista autistica e albina, la disabilità non ferma i sogni”

A Tu Si Que Vales racconta la sua storia Beatrice Tassoni, una ragazza autistica e albina con il sogno di diventare una fumettista Ai giudici porta delle tavole con i disegni che raccontano il suo percorso: “Le disabilità non fermano i nostri sogni”.
A cura di Ilaria Costabile
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A Tu Si Que Vales è il momento di Beatrice Tassone, una ragazza appassionata del Giappone che è arrivata nel programma di Canale 5 per raccontare la sua storia. "Sono una ragazza autistica e albina, albina vuol dire che sono anche ipovedente, vedo solo un decimo, il mio sogno è fare fumetti, con la mia vista ho creato queste tavole" spiega ai giudici, soffermandosi sull'importanza dell'informazione e dell'inclusività.

Beatrice Tassone racconta la sua storia

Il racconto di Beatrice inizia dalla sua infanzia, come mostra servendosi dei disegni che compaiono alle sue spalle dove ha raccontato nel dettaglio i vari momenti del suo percorso:

La prima tavola rappresenta l’infanzia, quando i miei genitori hanno notato comportamenti un po’anomali, non parlavo, mi isolavo molto, non guardavo le persone negli occhi, mi portarono dagli specialisti, ho fatto tutti i test con un ricovero, e mi hanno diagnosticato l’autismo a tre anni. L’autismo è un modo di essere, secondo il mio modesto parere.

Beatrice prosegue, passando ad uno dei periodi per lei più difficili, quando era solo una ragazzina e si sofferma su come la mancata informazione possa essere la causa di una certa sofferenza, raccontando di come una insegnante la rimproverava per il suo modo di ondeggiare, senza sapere che fosse una caratteristica delle persone affette da autismo. Poi, ha continuato dicendo:

Questa tavola rappresenta il bullismo, l’età delle medie che è particolare, ma non è solo la scuola, ma anche il mondo di fuori dove non c’è informazione e il diverso non viene capito. Con la consapevolezza di adulta so spiegare questa mia condizione rispetto a quando ero bambina, l’informazione aiuta a rendere il mondo più inclusivo, sicuramente prima o poi con tanta informazione si potrà raccontare della mia fantastica combo.

Infine, Beatrice conclude il suo racconto: "Dico sempre scherzosamente che le mie due disabilità siano una combo jackpot. Qui c’è un antico proverbio giapponese che dice Tre cose non devi mai fare nella tua vita: Chiuderti, chiudere e farti chiudere". 

Il supporto dei giudici e il messaggio finale di Beatrice

I giudici sono entusiasti del racconto di Beatrice e Gerry Scotti è il primo a prendere parola: "Mi sono informato, ho letto molte cose, visto documentari, ma nessuno è stato bravo come te, a raccontarmi come ci si sente. Grazie". Si accoda anche Maria De Filippi che dice: "Hai avuto molto coraggio a presentare il tuo progetto, la tua storia a fumetti, perché è non nascondersi, è esattamente quello che hai fatto tu, disegnando e raccontando la tua storia". Beatrice quindi vuole mandare un messaggio a chi come lei vive una condizione difficile:

Sono molto orgogliosa di quello che sono, sono venuta qui perché vorrei tanto dare speranza alle persone disabili, spero che la mia storia possa aiutare le persone disabili e le suddette famiglie. Sicuramente vanno riconosciute le nostre difficoltà, bisogna accettare la nostra condizione, ma la vostra disabilità non vi impedisce di realizzare i vostri sogni.

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