La risposta della Rai sul caso Scurati: “Nessuna censura, ma questione economica e contrattuale”
Paolo Corsini, direttore dell'Approfondimento Rai, con una nota alla stampa rompe il silenzio dopo l'annullamento dell'ospitata di Antonio Scurati nel programma di Serena Bortone, Che Sarà, in programma per oggi, sabato 20 aprile. Smentisce la censura e aggiunge: "La sua partecipazione non è mai stata messa in discussione. È una questione economica".
Le parole di Corsini, direttore dell'Approfondimento Rai
"Nessuna censura. La partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione Che sarà, condotta da Serena Bortone, non è mai stata messa in discussione, come dimostrano i comunicati stampa e gli elenchi ospiti a uso interno. Credo sia opportuno non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti". Con queste parole il direttore dell'Approfondimento Rai, Paolo Corsini, ha rotto il silenzio dopo le polemiche nate in seguito alla cancellazione del contratto e del monologo dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile che avrebbe dovuto legge in Che sarà, programma di Serena Bortone. Corsini ha poi concluso: "Al di là di queste mere questioni burocratiche, la possibilità per Scurati di venire in trasmissione non è mai stata messa in discussione. Nessuna censura".
Il comunicato Usigrai
La polemica è stata sollevata in primis da Usigrai che con un comunicato, poche ore fa, ha sottolineato l'"assenza di chiarimenti sul perché della cancellazione dell'intervento dello scrittore in trasmissione": "Non possiamo che registrare l'ennesimo segnale di una Rai dove si contrasta ogni espressione culturale sgradita a chi governa. L'Usigrai rilancia con forza l'allarme dei giorni scorsi sul controllo asfissiante dei partiti sulla Rai e la mobilitazione a difesa del servizio pubblico Radiotelevisivo che è di tutti i cittadini e non di chi governa", le parole nel comuniato.