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La Rai è in un vortice, le parole di Marco Liorni a L’Eredità sull’oro della Patria fascista fanno discutere

Nel caos generato dalla vicenda Scurati, censurato da Serena Bortone, anche Marco Liorni viene travolto dalle polemiche per il suo commento breve ad una delle campagne più note del regime fascista nel 1935. Una reazione che palesa, in tutto e per tutto, il clima di sfiducia nei confronti della Rai in questo momento.
A cura di Andrea Parrella
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La Rai è al centro di una vera e propria bufera mediatica, risucchiata da un vortice che ne sta compromettendo in modo drastico la reputazione presso il pubblico. Il caso Scurati, lo scrittore censurato a Chesarà… di Serena Bortone con un suo intervento sul 25 aprile, ha ingrossato ancor di più la portata delle polemiche intorno all'azienda e al clima di condizionamento politico che in questo momento caratterizzerebbe i programmi del servizio pubblico.

Il caso delle parole di Marco Liorni a L'Eredità

A finire al centro delle polemiche anche Marco Liorni, il conduttore de L'Eredità, che nelle ultime ore è protagonista di un video molto condiviso sui social, estratto da una delle ultime puntate del quiz andate in onda su Rai1. Il conduttore interroga una delle concorrenti, chiedendole l'anno in cui è avvenuta la campagna "Oro della patria", una manifestazione organizzata dal regime fascista nel 1935 che obbligava sostanzialmente gli italiani a donare le proprie fedi nuziali e altri oggetti di valore allo Stato per sovvenzionare le iniziative belliche.

Una domanda semplice, alla quale la concorrente risponde correttamente, su cui Liorni commette la leggerezza di aggiungere un commento personale, definendo quello di tantissime famiglie come "un gesto veramente patriottico". Parole immediatamente condannate, interpretate come un elogio.

Il crollo della reputazione Rai

Una sbavatura che è difficile immaginare come intenzionale, nata sicuramente dalla lettura di un testo che è a supporto delle domande poste dal conduttore ai concorrenti. Però è significativo che questa uscita di un conduttore di rado incappato in cadute di questo genere, si inserisca in una cornice che vede la Rai ai minimi storici del suo valore reputazionale presso il pubblico generalista, dopo anni in cui l'azienda era riuscita faticosamente a trovare una strada positiva, figlia della qualità di prodotti fiction e di intrattenimento che avevano portato a una stabilizzazione del gradimento. Da settimane, invece, molte persone sono tornate a chiedersi della valenza del canone, un refrain molto popolare negli anni passati che pareva finito in soffitta.

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