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La Rai delle destre non è di regime, è TeleKabul che non è mai stata di tutti

Doveva essere la Rai delle destre brutte sporche e cattive, ma la “nuova narrazione” dimostra di non essere al servizio dell’ideologia ma del servizio: la centralità di Report, la conferma di Rocco Schiavone. Il doppio impegno di Pino Insegno è un caso che non esiste. “La Rai non è di nessuno, ma di tutti” è il nuovo mantra.
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Meno male che doveva essere la Rai delle destre. Nel palinsesto 2023/2024 c’è chi guarda al dito – la presenza di Nunzia De Girolamo (che pure da un paio di stagioni raccoglie bene in termini di ascolti), il ritorno di Caterina Balivo e il doppio impegno di Pino Insegno (come se nessuno mai avesse avuto un doppio e triplo impegno in Rai) – ma non alla Luna. Un esempio? La rinnovata centralità di Sigfrido Ranucci e Report, che torna alla domenica sera (sua collocazione originale) con nuovi investimenti per garantire indipendenza ed efficacia: ecco, questa è una garanzia per il servizio pubblico e una vittoria per chi paga il canone.

Un nodo da sciogliere è relativo alla presenza o meno di Fiorello. Risulta davvero assurdo che “il condominio di Via Asiago” possa bloccare una delle trasmissioni più belle e innovative degli ultimi tempi. Roberto Sergio, amministratore delegato della Rai, ha detto che lavorerà “alacremente” per risolvere le problematiche e assicurare a Fiorello la messa in onda per il mese di novembre. Io ce lo vedo, Roberto Sergio, in maniche di camicie, a ragionare con questo o con quel condomino: “Fatece lavorà!”. Ma, intanto, sembra davvero assurdo che non si valuti un cambio di location, in una struttura magari più spaziosa e meno abitata. Fiorello non vuole. Dice che “o si fa a Via Asiago, oppure niente”. Ricordiamocelo tutti nel caso a novembre dovesse essere “niente”.

Roberto Sergio ha dichiarato: "Lavorerò alacremente per riportare Fiorello a Via Asiago"
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Tra gli altri temi che smentiscono l’adagio della Rai delle destre brutte, sporche e cattive c’è la conferma di “Rocco Schiavone”, il trasgressivo Rocco Schiavone, come l’ha chiamato il direttore Giampaolo Rossi. La serie con Marco Giallini, tratta dai bestseller di Antonio Manzini, è la nemica pubblica numero uno di Maurizio Gasparri e di tanti altri che di vedere il commissario romano sfumacchiare hashish coi suoi modi spicci in prima serata, proprio non va giù. Ma, anche qui, il prodotto viene prima di tutto.

Per il resto, la conferenza non ha riservato nessuno scossone e nessuna sorpresa, fatta salva l’imbarcata iniziale di Vincenzo De Luca contro Mauro Corona – chiamato dal presidente della Regione Campania “quel Neanderthal, quel troglodita che si presentava come un capraio afghano, un cammelliere yemenita” – e Bianca Berlinguer: “Avete tirato questa sòla a Mediaset”. A lui, a Vincenzo De Luca, andrebbe dato un Late Show, magari al posto di Alessandro Cattelan che invece resta super confermato. Una creatura voluta da Coletta. Altro che televisione di regime.

Giampaolo Rossi, nuovo direttore: "La Rai è di tutti"
Giampaolo Rossi, nuovo direttore: "La Rai è di tutti"

La nota dolente: Bianca Berlinguer è la vera gatta da pelare. A Rai3, appare come il nome che sembra oggi davvero difficile da sostituire. Andata via lei, qualche giornalista ha detto – proprio in conferenza stampa – che si è trattato del crollo dell’ultimo bastione di TeleKabul (le altre muraglie erano, lo sanno tutti, Fabio Fazio e Lucia Annunziata). Ma TeleKabul è ormai una semplificazione giornalistica desueta e vecchia come il cucco, utilizzata strumentalmente in accezione ‘negativa’ o ‘positiva’ a seconda che i giornali di riferimento guardino a destra o a sinistra. Ma i bastioni che sono andati via, lo hanno fatto per avere più spazio (e più soldi) in lidi – certamente! Chi lo nega? – più accoglienti e amichevoli. Superare la semplificazione, superare l’idea che esista un target “TeleKabul” è la nuova sfida che si è imposta il servizio pubblico, invitando a considerare Rai3 come la rete dell’approfondimento e dell’informazione a tutto tondo. La cosiddetta “nuova narrazione”, ha promesso il direttore della Rai Giampaolo Rossi, “non è ideologica” ma di servizio. "La Rai non è di nessuno, ma di tutti. Staremo a vedere.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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