Più di Batman. Se il mondo intero è attualmente galvanizzato dalle nuove avventure dell’uomo pipistrello Pattinson che sequestra lo spettatore per tre ore in sala, Barbara d’Urso con il suo approdo nel prime time di Italia 1 ha voluto strafare: si parte alle 21.20 e il percepito per il pubblico, durante la diretta monster, è quello di un fine pena mai. All’una si sta ancora Live (!) a discettare di eliminazioni possibili, di chi diavolo sia Joe Biden, del collegamento in diretta con l’assente Paola Caruso, la mattina stessa in ambulanza via storia Instagram per una grave allergia in rigorosa mascherina rainbow. Nel frattempo, un plotone di biscioneschissime ciapet in fila per sei col resto di due sgambetta disarmonico per il faraonico studio de La Pupa e il Secchione Show. Com’è andata, dunque, questa prima puntata del 15 marzo? Ebbene, sarebbe stato più riposante assistere da prua all’ultimo concerto dell’orchestra del Titanic.
Barbara d’Urso è stata, per anni, la nave che mai avrebbe potuto affondare. Esosa oltre ogni comun raziocinio, forte della sua oramai pluridecennale mastodontica militanza nei palinsesti di Canale 5, il soldato Maria Carmela ha fatto il bello e il cattivo tempo sull’ammiraglia del Biscione perché vuolsi così colà dove si puote. Ovvero direttamente dal suo regal camerino. Oggi, detronizzata dalla principale rete Mediaset e retrocessa su Italia 1, per quanto in prime time, lì trasmigra tutte le sue faccette, i “col cuore” e il sempiterno circo di freak che fanno parte da anni del suo personale cerchio magico degli orrori, artigliando con cupidigia il timone di un programma che, prima edizione andata in onda nell’anno del Signore 2006, è già fossile da anni. Ma non importa: è lei il format. O almeno, ancora è convinta di esserlo.
Lo si evince fin dal primo ingresso che fa nel faraonico studio Elios di Roma acchittato in suo onore con gli stessi colori, la medesima regia e la tradizionale, urticante, voce fuori campo dei bei (per lei) tempi andati: in cosplay dichiarato à la Coco Chanel ma brandizzato con collanazze dorate tutte tempestate delle proprie vistose iniziali, Carmelita non molla. Nonostante la bocciatura cocente, ovvero la chiusura e/o il taglio chirurgico di pressoché tutti i suoi programmi su Canale 5, la nostra con buona pace del gramo destino capitotale in sorte, riesuma la propria compagnia di giro e dà vita a un freak show dove è eterna moderatrice, mattatrice, regina. Alle volte, conduce anche.
E conduce un branco di wannabe, perlopiù seguitissimi sui social, che dimostrano un quoziente intellettivo inversamente proporzionale al numero di corna, amorazzi e polemichette ready-made che hanno da offrire. C’è il secchione quarantenne che non ha mai “fatto l’amore” in vita sua e ancora non si stacca dalla gonna di mammà, la cubista che striscia a terra, col pretesto del twerk, mostrando la fagiana in diretta nazionale, urla, strepiti e Flavia Vento che latra Somewhere over the rainbow aspettando Tom Cruise (che poi, invece, colpo di scena, sarà l’egittologo Aristide Malnati). Più che uno show, ciò che abbiamo visto, qualunque cosa sia, pare il Sottosopra di un film di Lynch. Settecamini Drive.
Tutte le donne partecipanti, tranne quelle a cui tocca essere bruttine per contratto in quanto “secchione”, sono addobbate come cocorite fluo. La cifra stilistica di Barbarella, del resto, è quel Let’s get loud di Jennifer Lopez 2001, appena uscita from the block. E poco importa, poi, se quando alla regia viene chiesto un raggaeton, parte a bomba un pezzo di Eminem. Dove si balla, fottitene e balla. Interessa ancor meno il meccanismo di gioco, con questo presunto Zucca Quiz (o Sprint?) tirato fuori ogni due per tre senza che nemmeno gli autori avessero trovato la quadra su come diavolo chiamare sto moschicida per Pupette. La locura.
Nel frattempo, seni giganteschi, ciglia finta che paiono uscire dallo schermo per aggredire lo spettatore e niente che non si possa vedere durante un tradizionale 8 marzo al GiroPizza di Pessano con Bornago: maschi desnudi con pantaloni a strappo, muscoli tonici e guizzanti verso l’oblio, applausi scroscianti e plotoni di ormoni sguinzagliati a comando. Il risultato è il bozzolo di uno “Show”, qualcosa che, dopo settimane di intense sessioni di montaggio, avrebbe anche potuto cominciare a pensare di fare il proprio esordio in uno slot di seconda serata su Mediaset Extra. Dopo le repliche di Bim Bum Bam, edizione 1992.
Non stiamo ad ammorbarvi con i nomi dei concorrenti, li dimenticherete comunque prestissimo. Unico filo conduttore su cui si arpiona l’intermittente racconto di questa come, ci scommettiamo “col cuore”, delle sette puntate prossime venture, è la presenza di personaggi che, nel corso della vita, abbiano avuto almeno un contatto visivo con Alex Belli, ex attore di Centovetrine e tra i più discussi protagonisti dell’ultima edizione del Grande Fratello Vip. Se in giuria c’è la sua presunta amante nella casa più spiata d’Italia, l’influencer Soleil Sorge doppelgänger della cantante Ana Mena, tra le concorrenti troviamo l’ex fidanzata del Vippone, un biondino con gli occhiali (e, quindi, secchione) che gli ha fatto da testimone di nozze e qualche altra barbie, abbiamo perso il conto, che si presenta come sottocartella del file “Fatterelli Belli”. Un piatto ricchissimo, anzichenò.
Tornando a Carmelita, in conclusione, non staremo qui a dirvi che il suo modo di fare televisione sia preoccupante, trash, lesivo del pubblico buongusto e, per carità di Maria la Sanguinaria, “diseducativo”. Chissenefrega, Barbarella è (sempre stata) quello che è. Il fatto che la sua essenza non sia più una cifra performante in tv lo dimostra la diaspora di telespettatori dai suoi programmi di infotainment tranciati di netto dai palinsesti dell’ammiraglia. E cosa mai, più di questo, dimostra già di per sé la fine di un’era? L’era del caffeuccio strozza il suo canto del cigno mentre Barbarella, con una "cazzimma" senza pari, ma che è forse il vero talento che da sempre possiede, vede tutte le macchine, i tir, venirle contro e continua a credere, fortemente, che siano loro ad andare contromano. Del resto, lei è l’autostrada.
L’uscita definitiva, seconda extension di Paola Caruso a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino a un di Chiofalo congiuntivo, sarà proprio questo La Pupa e il Secchione Show? L’erba cattiva non muore mai, ma anche quella “col cuore” sembra sia esalando l'ultimo respiro.