Katia Ricciarelli fuori dal Grande Fratello Vip. A gran voce si solleva sui social la richiesta della squalifica della soprano, rea di essersi fatta portatrice di attacchi sessisti, misogini, razzisti e omofobi. Un pot-pourri davvero male assortito, che sta demolendo la reputazione dell'ex moglie di Pippo Baudo sia dentro che fuori la casa. Reputazione che già ritrovò compromessa dopo l'edizione de La Fattoria nel 2006, quando la Gialappa's si divertì a mettere in evidenza la disparità di trattamento a favore degli uomini e a discapito delle donne.
E sembra che quest'anno gli autori ne fossero pienamente consapevoli, tant'è che il copione si è ripetuto e la Ricciarelli è nuovamente finita nella categoria matrigna contro il matriarcato. Sconti zero per le concorrenti che osano mettersi contro di lei, cerchio della fiducia invece per le poche che le cotonano i capelli e le tengono le corde vocali a riposo. Nel vocabolario Ricciarelli: una scimmia che dovrebbe spararsi è Lulù Selassié; una soubrette meritevole di essere messa a tacere da un camionista è Nathalie Caldonazzo; una donna che può andare in bagno in compagnia è infine Giacomo Urtis.
Non si risparmia Katia, che con Alfonso Signorini condivide la passione per la lirica e per i racconti, tra i quali il suo periodo di depressione e di pensieri suicidi. Un Grande Fratello gestito a suon di semplificazioni, in continuo movimento sulle montagne russe dell'auditel, fino a che la storia non impatta seriamente la curiosità dei telespettatori. E se la solitudine della Ricciarelli era riuscita a toccare le corde dei più sensibili, adesso da fragile della terza età accudita solo dal suo cane è diventata l'artefice dell'infelicità altrui, la leader del politically incorrect, per la quale tutto è lecito purché sia lei a pensarlo.
La funzione nei vari reality è comprensibile: Katia è una bomba da detonare con calma. Serve ad innescare le micce, ma alla fine a scoppiare è sempre lei. E lo farà anche stavolta, nonostante i tentativi di protezione dell'amico solidale Signorini e l'apparente volontà degli autori di premere sull'acceleratore quel tanto che basta a farla uscire tra le polemiche ma non con le ossa rotte. Sui social è già stata bollata come "la vecchia", rischiando di diventare lei stessa vittima di un preciso shaming, quello dell'età, che l'avrebbe inasprita e resa impermeabile alle relazioni umane. Fosse così, avrebbe fatto bene a tenere il curriculum aggiornato alla voce Giraffa, almeno come cantante mascherato avrebbe potuto continuare a guardare tutti dall'alto in basso senza imbattersi in un'altra gogna mediatica.