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La Gialappa è rinata su Tv8 e batte anche Italia1, il passato da cui ha scritto la storia della Tv

Il successo di Gialappa Show è una certezza di Tv8, che ormai batte anche Italia1, quel luogo dove la Gialappa’s Band era nata. Una rivincita per il trio, oggi duo, che non può prescindere da un dato di fatto: Gialappa Show su Italia1 non poteva esistere, perché Italia1 non ha più l’identità clandestina che ha consentito alla Gialappa’s di nascere.
A cura di Andrea Parrella
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Il ritorno della Gialappa's Band non è più una novità e nemmeno il suo successo. Lo storico gruppo ha ritrovato da più di due anni la brillantezza di un tempo con Gialappa Show, un programma che è andato ben oltre i propositi nostalgici ma, anzi, pur proponendo schemi e modalità affatto dissimili da quelle dei fasti di Mai Dire Gol, ha riscoperto una cifra di modernità, una freschezza garantita da Mago Forest, la formula della co-conduzione differente per ogni singola puntata e un cast che funziona.

Grazie a questa formula la Gialappa's Band è diventata una certezza di Tv8, che proprio con il programma del lunedì sera raggiunge risultati notevoli in una prima serata complessa e affollata, riuscendo a superare addirittura Italia 1, come successo per la serata di lunedì 18 novembre. Un confronto che conta molto dal punto di vista simbolico, perché per l'ex trio, oggi diventato duo con Marco Santin e Giorgio Gherarducci rimasti dopo l'uscita di Carlo Taranto, significa battere il proprio passato, il luogo delle origini, ma anche l'emittente televisiva che dopo gli anni d'oro ha smesso di essere la loro casa. Tanti gli spostamenti nel corso degli anni, dalla migrazione in Rai al ritorno in Mediaset, esperienze che non si sono rivelate propriamente adatte alla Gialappa's.

Le interpretazioni possibili del successo di Gialappa Show sono molteplici. Da un lato c'è il modello, la considerazione secondo cui una rete secondaria del panorama nazionale come Tv8, che da anni coltiva ambizioni da generalista, riesca a sedersi al tavolo dei grandi con un prodotto sì vincente, ma assolutamente tradizionale nei suoi codici espressivi. C'è poi l'aspetto della "morte di Italia1", la regressione di quella che era una volta la rete giovane a un'emittente privata negli anni della sua identità, cui rimangono Le Iene come unico titolo forte al quale appigliarsi (non a caso la Gialappa's Band ha lavorato anche lì, in uno dei tanti adattamenti del programma ideato da Davide Parenti). Infine l'elemento della rivincita, il fatto che la Gialappa's abbia ritrovato se stessa lontano da quel luogo in cui era diventata grande, quasi come se fosse stata Italia1 stessa a estromettere il trio. Ma non è così. La verità è che probabilmente lo stesso Gialappa Show non avrebbe avuto lo stesso ritorno mediatico se proposto su Italia1, per due ragioni che in realtà si mimetizzano l'una dentro l'altra: la rete ha smesso da tempo di essere il ritrovo dei "giovani" e la Gialappa, per esser tale, ha bisogno di quella matrice corsara, clandestina, da outsider, una zona franca da cui poter osservare senza filtri, o meglio attraverso il proprio filtro, la realtà. E, naturalmente, prendersene gioco.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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