La denuncia di Carlotta Ferlito: “Umiliata e presa a schiaffi, chiamata maiale per un biscotto in più”
La ginnasta Carlotta Ferlito a Le Iene ha raccontato delle violenze fisiche e psicologiche e degli abusi subiti durante gli anni di preparazione alle gare. Il talento di ginnastica artistica ha scoperto la sua passione da piccolissima, "A 12 anni mi trasferì sola a Milano" e pochi anni dopo diventò protagonista di "Ginnaste" su MTV. Se con i suoi allenatori c'era un rapporto di empatia, con gli allenatori della Federazione "il clima era molto più teso" ha raccontato alla iena Roberta Rei. "Abbiamo subito abusi psicologici e fisici". Dopo anni ha deciso di denunciare i fatti ma "non è andata benissimo", dopo quel momento non ha più gareggiato a livello internazionale. Nello studio de Le Iene ha recitato un lungo monologo contro la violenza e gli abusi psicologici e fisici ricordando la sua drammatica esperienza.
Il monologo di Carlotta Ferlito
Dopo aver raccontato la sua storia a Roberta Rei, Carlotta Ferlito nello studio de Le Iene si è rivolta ai telespettatori per parlare degli abusi e delle violenze fisiche e psicologiche che le atlete sono abituate a subire, poi della sua crescita personale come donna. Il monologo:
Vi assicuro che per un’atleta la cosa più difficile al mondo è essere allontanata dallo sport che hai praticato fin da piccola, lo sport per cui hai dato tutto. Ma io ho parlato con la convinzione che se provi a far sentire la tua voce, alla fine, qualcuno ti ascolta. Questo sport non può e non deve più essere fatto anche di violenze psicologiche e fisiche. Nessuna ragazzina dovrebbe essere presa a sberle, umiliata se chiede di andare in bagno, costretta a fare esercizi dove rischia l’osso del collo solo per punizione. Essere chiamata maiale per aver osato mangiare un biscotto in più. Nessuna dovrebbe essere costretta a dimenticare dove sta il confine tra il giusto e lo sbagliato, tra normalità e malattia, come è successo a me che ad un certo punto ho accettato quasi tutto. Ma ho reagito e oggi quel confine ce l'ho ben presente. Per questo voglio scegliere con la mia testa, imparare a guardare il mio fisico con affetto anziché con paura, recuperare le cene saltate e stare lontana dalla violenza. Imparare a perdonarmi. Voglio decidere quando e come inizia e finisce la mia carriera, essere autonoma, anche scomoda se serve. Non obbedire a nessuno. Ogni giorno cerco di migliorare come facevo in passato da atleta, oggi lo faccio da persona, da donna, stavolta da sola, senza che nessuno possa permettersi di dirmi cosa è giusto e sbagliato per me.
La denuncia che l'ha allontanata dallo sport
Carlotta Ferlito nel servizio de Le Iene ha raccontato nel dettaglio le violenze di cui è stata vittima. Lei, come tante altre atlete, venivano "prese a sberle, umiliate, punite". "Spero che nessuna più subisca quello che ho subito io", per questo ha deciso di "metterci la faccia". Fu costretta a fare una gara per la quale non si sentiva sicura ed infatti alla fine dell'esercizio subì un grave infortunio al collo: "Si poteva evitare, ho rischiato grosso".
L'atleta ha così denunciato gli abusi di cui è stata vittima per tanti anni, ma il risultato è stato opposto a quello desiderato.
Ci pesavano più volte al giorno, c'erano commenti riguardo la forma fisica, mi hanno chiamata maiale, mi dicevano "tira quei prosciutti" riferendosi alle gambe. Se prendevo 1 kg tragedia epocale. È una cosa che ti frega il cervello. Ho avuto problemi di salute, non ho avuto il ciclo per 8 mesi. Ho visto volare schiaffoni, ne ho presi anche, quando magari non riusciva un esercizio. Ho cominciato ad alzare la voce e non è andata benissimo.
Dopo la seconda Olimpiade, nel 2016, decise di denunciare: "Ho denunciato il sistema di abusi, anche di potere, per migliorarlo. Ho ricevuto una procedura federale. Mi chiesero perché dicessi quelle cose, e anche una denuncia di diffamazione. Non c'è stato alcun cambiamento. Da lì non ho più gareggiato a livello internazionale, sono stata allontanata". Oggi Carlotta Ferlito si ritrova con la sua carriera agonistica finita: "È stata una chiusura che io non ho scelto. Racconterò ai miei figli che siccome ho parlato sono stata fatta fuori".