Jenny Guardiano: “Tony non è venuto al funerale di mio padre. Soffro per non esserci stata prima che morisse”
Jenny Guardiano è stata ospite della puntata di sabato 25 febbraio di Verissimo. L'ex protagonista di Temptation Island ha raccontato nel salotto di Silvia Toffanin questo momento difficile, tra la scomparsa del suo adorato papà e la fine della storia con Tony Renda, con cui sembrava aver trovato un equilibrio dopo la fine del programma di Canale 5.
Jenny Guardiano racconta il legame con suo padre
Un dolore non quantificabile quello che Jenny Guardiano ha provato con la scomparsa di suo padre, che da un anno stava affrontando una malattia. Dinanzi alle immagini in cui è accanto a suo padre, la 27enne siciliana non riesce a trattenere le lacrime e spiega:
Purtroppo sì, abbiamo scoperto questa malattia lo scorso anno, mio padre mi chiamava la mia fidanzata, avevamo un rapporto stupendo, un po’ a distanza purtroppo , per via della scelta di separarsi con mia madre, sicuramente non sarà stato un padre perfetto o super presente, ma l’amore è l’amore, e l’amore che avevo per mio padre e lui aveva per me e ribadiva in continuazione io l’ho sempre sentito.
Proprio per questo motivo, Jenny aveva deciso di recuperare il rapporto con suo padre in tutti i modi possibili e ci stava provando con tutte le sue forze:
Mi ero detta che la vita va vissuta e che avrei dovuto ricucire il più possibile con lui, quando ho saputo della sua malattia, nonostante la paura dell'aereo, cercavo di andare sempre a Roma, nonostante gli attacchi di panico, ho cercato di stargli accanto più che potevo. Inizialmente non riuscivo a stargli accanto come volevo, mi veniva l'ansia, il panico, non riuscivo a guardarlo, se andavo a trovarlo in hospice svenivo, per le immagini forti. Però ero là, ma mi rimproveravo perché dovevo stargli più vicino.
Il rimpianto di non essere stata accanto al padre
Il suo rimpianto, però, è quello di non essergli stata accanto quando è venuto a mancare. Racconta a Silvia Toffanin di essere tornata in Sicilia, qualche giorno prima che suo padre spirasse, per seguire il suo fidanzato Tony, al quale aveva anche fatto notare che il suo comportamento non era di aiuto e che avrebbe voluto sentirsi più accolta, mentre lui non accettava che in quei mesi stesse così vicina ad un uomo che, però, non le era stato accanto per tutta la sua vita. Il giorno dopo il suo rientro a Catania riceve la terribile notizia:
Mi chiama mio zio che era rimasto lì tutta la notte e mi dice "papà non ce l’ha fatta", mi sento in colpa, perché volevo essere lì, però mio padre sicuramente voleva questo, che non vedessi, ne sono certa, perché lo sapevo che soffrivo, lo sapevo che a causa dei miei attacchi di panico quella scena mi avrebbe segnata, perché un genitore mai vorrebbe che un figlio vedesse una scena così.
La fine della storia con Tony Renda
Tony non era presente al funerale del padre di Jenny, come è lei stessa a raccontare, suscitando non pochi commenti in Silvia Toffanin: "E meno male che ti amava". La ragazza spiega: "Proprio in quei giorni abbiamo avuto questo litigio in cui lui è esploso e non è stato presente. Mi ha inviato un messaggio e mi ha detto quando vuoi passa a prendere la tua roba". La fine del loro rapporto è stata una scelta quasi obbligata, dopo la quale non sono mancate frecciate:
Punzecchiamenti ci sono stati, perché poi quando una coppia è conosciuta ti scrivono se lo vedono insieme a qualcuno. Ed è anche per questo che ho deciso di chiudere. Lui fa quello che vuole, io recupero la mia dignità, nonostante vedo quello che vedo, non voglio perdere la dignità e far capire che sono una persona senza carattere. I punzecchiamenti sono per questo, potevi evitare, potevi fare, ma io sono una persona istintiva.
Nonostante la fine del loro rapporto, però, Jenny dice di non portare rancore nei confronti del suo ex e, anzi, gli rivolge anche un augurio:
Auguro di trovare una persona che lo possa capire e possa convivere con il suo stile. Oggi non ho alcuna rabbia, nessun rancore. Abbiamo sbagliato in due, anche se c’era della tossicità, sono rimasta. Non posso puntare il dito solo su di lui. Il suo modo di amarmi non è il modo in cui io voglio essere amata, magari lui mi trattava un po’ da bambina, una protezione estrema.