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Intervista a Lavrov, Giuseppe Brindisi: “Ho la coscienza a posto, ho fatto il mio lavoro”

Mediaset definisce “deliranti” le parole di Lavrov ma plaude all’intervista. Il giornalista rivendica il suo approccio: “Il mio mestiere è portare notizie, ho ottenuto il mio obiettivo”.
A cura di Andrea Parrella
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L'intervista al ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, andata in onda nel programma di Rete 4 "Zona Bianca", sta alimentando grande dibattito in queste ore. Il giornalista Giuseppe Brindisi ha ospitato Lavrov, a tutti gli effetti braccio destro di Putin e numero due al Cremlino, per la prima volta in una emittente europea da quando è iniziato il conflitto.

Mediaset: "Da Lavrov parole deliranti"

Un'intervista, quella a Lavrov, durante la quale il ministro degli esteri russo ha pronunciato frasi contestate. "Da Lavrov falsi storici ma si fotografa la storia", scrive Mediaset in un comunicato stampa pubblicato nel tardo pomeriggio di lunedì 2 maggio. "Le deliranti affermazioni del ministro degli esteri russo Lavrov a "Zona Bianca"  – si legge – rivestono particolare importanza perché confermano chiaramente la mancanza di volontà da parte di Putin di arrivare ad una soluzione diplomatica della guerra dei russi contro l'Ucraina. E comunque la si pensi, oggi sappiamo qualcosa in più della Russia e di chi la governa".

Sono le parole del Direttore Generale Informazione Mediaset, Mauro Crippa, che definisce "falsi storici" gli "assurdi parallelismi su Hitler e gli ebrei", di fatto la frase più controversa che Lavrov abbia pronunciato nel corso dei quasi 40 minuti di intervista. "Ma Lavrov – prosegue – è il numero due della Federazione Russa. L'intervista è un documento che fotografa la storia contemporanea".

Le parole di Giuseppe Brindisi

A parlare dell'intervista anche Giuseppe Brindisi, il conduttore di "Zona Bianca", che ospite di Francesco Facchinetti, Sabrina Scampini e Gibba su Radio 105 si è difeso dalle critiche di queste ore, principalmente orientate al suo presunto atteggiamento accomodante: “Mi aspettavo che l'intervista a Lavrov avrebbe avuto un’eco molto grande, non credevo che questa eco provasse a travolgere un po' anche me. Io credo di aver fatto essenzialmente il mio mestiere, il mestiere del giornalista è portare le notizie e se guardo a quello che sta succedendo da ieri sera a oggi un po' di notizie le ho portate. Il problema grosso è che io non devo dichiarare guerra alla Russia, io devo fare il mio lavoro. Probabilmente, con il senno di poi, mi si chiedeva di accogliere Lavrov con ‘Ma brutto figlio di …’, a quel punto lui avrebbe fatto chiudere subito l'intervista, io avrei avuto il plauso di qualcuno, ma poi….".  Quindi Brindisi, proprio in merito al suo approccio, ha precisato:

Il mio approccio è diverso: io la schiena dritta l'ho avuta, le cose più interessanti dell'intervista sono arrivate quando io l’ho contraddetto, quando io l’ho posto di fronte a determinate cose tipo il video dei droni a Bucha o l’assurdità di denazificare il paese con un presidente ebreo, lì si è arrabbiato. Io ho la coscienza pulitissima […] L'avevo portato a dire quello che ha detto, avevo la possibilità di arrabbiarmi dicendogli che stava dicendo assurdità, ma avrei dato quella che è la mia opinione e io non so se a voi tra l'opinione di Lavrov e quella di Giuseppe Brindisi interessa quella di Giuseppe Brindisi. Io credo quella di Lavrov. A quel punto io mollo, io ho ottenuto lo scopo. Io devo fare il mio mestiere. Tra l’altro noi di Zona bianca e io personalmente in queste settimane di guerra mi sono esposto tantissimo per l'Ucraina […] Lui ha detto delle enormità e io ho un po' il merito di avergliele fatte dire. Quando lui sbrocca io il mio obiettivo l'ha ottenuto”.

Quando gli viene chiesto come sia arrivato a parlare con Lavrov, Brindisi precisa: “Non posso spiegarvi come sono arrivato a intervistarlo, io spero di riuscire a fare anche qualcosa di più. C'è stato un lavoro di redazione durissimo". Quindi chiude con un pizzico di amarezza: “Quello che più mi dispiace constatare è che quelli che parlano di Russia come di un paese autarchico, dove c'è la dittatura e dove c'è la censura sulla stampa, chiedono la censura su Lavrov”.

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