Il sindacato dei giornalisti Rai: “L’arringa di Bruno Vespa non è informazione ma propaganda che sa di regime”
"L'arringa di Bruno Vespa sugli Stati che fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale non può essere il tratto che identifica l'approfondimento giornalistico di Rai1. Così non è informazione ma propaganda che sa di regime". Lo afferma l'Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai, "Dalla Rai e dalle Redazione di Tg, Gr e Programmi deve arrivare ai cittadini una informazione completa e chiara sulle modalità e le responsabilità che ruotano intorno ai fatti. Le chiose di Vespa o i servizi che mettono in relazione fatti diversi non spiegano cosa sia accaduto, ma alimentano solo speculazioni che non fanno bene all'informazione di servizio pubblico e alla Rai". La nota arriva dopo lo sfogo di Vespa a Cinque Minuti di giovedì 30 gennaio.
Al centro della puntata in questione, l'indagine che coinvolge Giorgia Meloni sul caso del generale libico Almasri, arrestato e subito liberato dalle autorità italiane per poi essere riportato in Libia su un volo di Stato. "Un danno per la nazione", questo il commento secco della premier all'evento La ripartenza organizzato da Nicola Porro. Dopo un rapido dibattito tra tra Angelo Bonelli e il sottosegretario Sisto, l'intervento a gamba tesa, con toni molto accesi, di Bruno Vespa: "Quello che i signori dietro la lucetta rossa non sanno, a che i parlamentari sanno, è che in ogni stato si fanno cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli stati del mondo". Il video è finito rapidamente sui social e ha scatenato il dibattito su quanto fosse allineato e opportuno per un conduttore Rai che si trova a gestire una fascia così vista come quella tra il Tg1 e l'attacco dell'access prime time con Affari Tuoi di Stefano De Martino.