Con la prima puntata di sabato 23 marzo è iniziata la 23esima edizione del serale di Amici e, come molti spettatori avranno potuto notare, ben poco è cambiato nell'impostazione del programma rispetto allo scorso anno. Quell'alternanza che basta tra talent e varietà conferma, anche in questa stagione, la formula efficace che, da qualche anno, garantisce a Canale 5 la leadership di ascolti nella fascia della prima serata del sabato in primavera.
Lo schema fisso vale anche per le stagioni autunno-inverno, con Canale 5 che si affida ormai da anni all'avvicendamento tra Tu Sì Que Vales e la portaerei C'è Posta per Te, senza ombra di dubbio tra le trasmissioni di prima serata che meglio ha coniugato la longevità al successo di ascolti.
De Filippi ultima a cambiare, ma non cambia più da anni
Se i meriti di Maria De Filippi e della sua squadra sono indiscutibili, l'effetto collaterale di questo controllo totale del sabato sera è davanti agli occhi di tutti, con una sostanziale e clamorosa staticità della proposta televisiva del sabato sera. Per effetto di un paradosso, le ultime variazioni sul tema sono state proprio di De Filippi, che ha cambiato Amici e C'è posta per Te nelle scorse stagioni, il primo che dopo anni di ospiti internazionali strapagati e svogliati e professori esterni è tornato a coltivare il proprio micromondo, investendo di più sull'elemento reality; il secondo che è stato valorizzato da un affinamento delle storie raccontate, orientato a far emergere dalle vicende narrate anche messaggi in linea, o in controtendenza, con i temi del dibattito contemporaneo. Tuttavia è da troppo tempo che anche dall'universo De Filippi, soprattutto per quel che riguarda i titoli del sabato sera, le novità non sono pervenute.
Le colpe della Rai
Responsabilità di questo stato di cose è anche e soprattutto della Rai, incapace di insidiare concretamente la dominazione defilippiana del sabato sera con proposte alternative. Fatta eccezione per Ballando con le Stelle, che con le ultime edizioni è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nei programmi quotidiani del palinsesto di Rai1 che tirano quindi la volata al sabato sera, la proposta dell'ammiraglia Rai su questa fascia nel resto della stagione continua ad apparire come una limitazione del danno, un susseguirsi di trovate di carattere emergenziale, alcune anche riuscite, attraverso le quali l'azienda ricorre ai suoi volti più autorevoli (vedi Carlo Conti e Marco Liorni) per non soccombere troppo. Una strategia priva di progettualità, che negli ultimi anni ha ceduto definitivamente allo strapotere della concorrenza anche in termini di narrazione: il proposito di battere De Filippi, su Rai1, non c'è più. Sarà curioso cappire quali esiti darà il ritorno de I Migliori Anni nelle prossime settimane.
Il caso di Alberto Angela al sabato sera
Eppure solo poche stagioni fa l'azienda rischiava delle trovate, blasfemie rispetto al principio sacro del sabato sera legato all'intrattenimento, per tentare di invertire la tendenza. Il caso di Alberto Angela al sabato sera resta un precedente raro, figlio di quella "eventizzazione" delle serate di cultura che negli ultimi anni hanno fatto la fortuna di Angela, in grado di stimolare la partecipazione del pubblico anche attraverso una logica di appartenenza: non importa la cultura in sé quanto il sentirsi partecipi di una forma di resistenza culturale. Una strada inspiegabilmente abbandonata, cui non sono seguiti altri progetti, che è oggettivamente difficile aspettarsi dall'attuale dirigenza Rai, in preda a una confusione dettata dall'ansia di andare in una direzione opposta rispetto al recente passato per dare prova dell'efficacia di un segno politico.
Ed eccoci qui a ragionare di un sabato sera specchio della Tv generalista di oggi, guardata per inerzia ma certamente affaticata.