Il pezzo di Emanuela Fanelli che fa a pezzi Rai2 nella serata celebrativa dei 60 anni di Rai2
Se non ci fosse il velo dell'ironia che tutto rende lecito (sia benedetta sempre), potremmo tranquillamente parlare di una raffinatissima opera di insubordinazione e sabotaggio. Il monologo di apertura della serata dedicata ai 60 anni di Rai2, affidato alla conduttrice Emanuela Fanelli, si rivela un saggio perfetto di come si possa criticare il proprio titolare in presenza del titolare.
Fanelli torna nei panni della finta annunciatrice Rai resa celebre da Una Pezza di Lundini nella scorsa stagione. Il numero, però, prende una piega interessante quando diventa una ficcante critica al modo in cui la stessa serata celebrativa è stata concepita. Prima come un grande evento da affidare alla conduzione di Stefano De Martino, poi come una serata senza una definizione precisa, fluttuante nel palinsesto della rete e andata in onda in ritardo rispetto all'effettivo anniversario dei 60 anni della rete (il 24 novembre scorso).
Quindi Fanelli gioca su come lei rappresenti un ripiego "economico" della rete per la serata, passata dall'essere una celebrazione in pompa magna con ospiti a una sorta di Techetechetè più lungo, tutto dedicato a Rai2. E non manca nemmeno una frecciatina riguardante Una pezza di Lundini: "Ricordo a tutti i presenti che se non era per me e per l'amico mio ve n'eravate andati tutti a casa e qui c'avevano fatto un bingo".
Un monologo che, se sottoposto a disamina e spogliato del filtro della satira, è cartina tornasole dei molti problemi patiti in questo momento da Rai2, una rete che non vive soffre di un problema di ascolti, ma accusa una innegabile crisi di identità, essendo di fatto acefala dallo scorso settembre, con l'uscita del direttore Ludovico Di Meo (solo il 1 dicembre Massimo Lavatore ha avuto l'interim).
Se non altro va riconosciuta a Rai2 l'onestà intellettuale nell'approvazione di un pezzo così, che nell'andare in onda da autogol diventa autoanalisi, da cui ripartire per fare meglio, guardandosi bene dal mettere in discussione il talento assoluto di Emanuela Fanelli.