Il mio amico Bisturi, su Real Time la prima serie etica sulla chirurgia plastica
Arriva su Real Time a partire dal 22 luglio alle 14:50, un nuovo programma dedicato alla chirurgia plastica, si tratta di "Il mio amico bisturi". Al centro del racconto, stavolta, ci sono persone comuni che parlano apertamente delle loro difficoltà e dei motivi per i quali hanno deciso di sottoporsi a degli interventi che avrebbero avuto il merito di farli sentire a proprio agio.
Come sarà Il mio amico bisturi
Il format ruota attorno a 15 persone comuni di varia estrazione sociale, ed è diviso in otto episodi. Ognuno degli appuntamenti avrà un forte impatto emotivo, con al centro le storie e i racconti dei protagonisti, oltre al resoconto degli interventi ai quali si sottoporranno. Ciascuno di loro rivela di essere stato spinto da un disagio psicofisico associato a patologie dolorose e non da un problema puramente estetico e nei vari episodi si tratteggiano le storie dei 15 partecipanti, che lo spettatore seguirà durante le loro giornate, fino al giorno dell'operazione e, ovviamente, del risultato finale.
Altro protagonista sarà il dottor Tambasco, che durante le riprese della serie ha ricevuto la nomina di responsabile dell'Unità Operativa Chirurgia e Medicina Estetica dell'Ospedale San Carlo di Nancy a Roma, struttura dove è ambientato l'intero format. Il chirurgo ha conquistato la fiducia dei paziente per il suo modo di fare, il carattere espansivo, solare e rassicurante.
La prima serie etica sulla chirurgia plastica
A commentare l'inizio di questa nuova avventura su Real Time è l'autrice e ideatrice Chiara Panzieri, che sottolinea come alle volte la chirurgia non è solo un prolungamento della vanità, ma rappresenta lo strumento per sanare delle difficoltà che si sono inasprite col tempo:
La vera rivoluzione di questa serie è proprio questa non la chirurgia plastica a cui siamo abituati, facile strumento per soddisfare la propria vanità, ma un aiuto che la medicina può dare nel risolvere ‘difetti’ che limitano la vita nel quotidiano. Ci piace definire ‘Il mio amico Bisturi’ come la prima serie etica sulla chirurgia plastica. A distanza di mesi dalla registrazione i pazienti sono rinati: c’è chi è più felice, chi ha trovato l’amore avendo recuperato fiducia in sé stesso, chi ha sconfitto la depressione.