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Ospiti a Cartabianca e nei talk show Rai, il giorno in cui potrebbe cambiare tutto (oppure niente)

Il voto del 17 maggio la Commissione di vigilanza Rai potrebbe inferire un duro colpo a programmi come Cartabianca e simili, con le richieste di ospiti a rotazione e stop al pagamento degli opinionisti. Ma non sarebbero regole, quanto semplici indicazioni.
A cura di Andrea Parrella
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L'irruzione del tema guerra mette in discussione l'esistenza dei talk show televisivi così come li conosciamo. Da sempre il genere più controverso del piccolo schermo, i talk sembrano avviati a un cambiamento che potrebbe essere una svolta epocale, oppure la morte definitiva. Nelle prossime ore in vigilanza Rai si voterà la bozza preparata dalla Commissione contenente una serie di principi per gli opinionisti nel piccolo schermo. Tre i punti sostanziali: rotazione degli ospiti, stop ai compensi, organo di controllo per il fact checking, così da evitare fake news.

Nonostante il Movimento 5 Stelle abbia presentato una risoluzione diversa, che forse si voterà separatamente, denunciando il pericolo di una "ingerenza della politica sulla libertà editoriale delle redazioni del servizio pubblico", sulla bozza della Commissione sembra convergere la maggioranza delle forze politiche, oltre ad essere in linea con le critiche arrivate dall'amministratore delegato Fuortes, che proprio intervenendo in vigilanza si era espresso contro il modello talk show, definendolo "una formula più adatta all'intrattenimento", di fatto preannunciando un'azione dell'azienda in merito alla struttura di certi programmi.

Ma cosa cambierà per i programmi di approfondimento se la bozza dovesse diventare un'indicazione formale? Michele Anzaldi, membro della Commissione di Vigilanza Rai ricostruisce con Fanpage.it quanto accaduto nelle ultime settimane, chiarendo il senso di un'iniziativa di questo tipo: "Se dovesse essere approvata, sarà un momento importante". E specifica: "Se già Fuortes è venuto in vigilanza a dire che il talk show non funziona di suo, l'indicazione della vigilanza è un assist a quello che l'amministratore delegato già sostiene".

Cosa cambierebbe con il voto della vigilanza?

La bozza è molto discussa da chi i talk show li fa materialmente, soprattutto da chi li fa in Rai, per il timore di un possibile intralcio nell'organizzazione dei programmi. Quali effetti, dunque, per i talk show se questa bozza venisse votata dalla vigilanza? Anzaldi è molto chiaro: "Ricordiamo che la vigilanza è una commissione per il solo indirizzo generale, tuttavia non rispettare questa cosa significherebbe quasi mettersi contro il parlamento". E precisa: "In passato abbiamo approvate all'unanimità altre cose che non sono state rispettate". Nessuna limitazione di fatto, quindi, bensì indicazioni alle quali dovrebbe far seguito l'azione di governance.

Un momento di riflessione reso necessario dalle vicende degli ultimi due anni, con un dibattito spaccato in due da posizioni inconciliabili, che si è spesso prestato alla disinformazione: "Abbiamo avuto due incidenti giganteschi come il Covid e la guerra – dice Anzaldi chiedendosi cosa ci sia di così sconvolgente nelle richieste fatte – Sul Covid abbiamo 12 milioni di persone non vaccinate a forza di giocare su elementi scientifici alimentando delle false convinzioni".  

Ospiti non pagati: "La Rai è diversa"

Inevitabile un riferimento a Cartabianca, talk di Bianca Berlinguer da settimane al centro diipotesi di chiusura. Inevitabilmente il caso Alessandro Orsini è stato determinante per la necessità di rivedere l'impostazione dei talk in Rai. Elemento centrale della bozza è proprio quello dei compensi agli ospiti, forse il più spinoso. Secondo questo documento la partecipazione degli opinionista ai programmi Rai dovrebbe essere gratuita e a rotazione, dice Anzaldi: "Come ha dimostrato Orsini, la gente ci va non pagata, per quale motivo dovresti pagare gli ospiti e, soprattutto, perché sempre le stesse persone?". Punto nevralgico di questo passaggio è il rapporto con la concorrenza, essendo quello degli ospiti un mercato a tutti gli effetti, in cui i singoli programmi provano ad accaparrarsi gli ospiti. L'impossibilità a pagarli metterebbe di fatto la Rai fuori mercato: "Io dico che va bene – spiega Anzaldi – ma allora a quel punto lasciateci la libertà di canone. La Rai deve comportarsi da servizio pubblico e il servizio pubblico è diverso".

Terzo punto della bozza, non meno importante degli altri due, l'ipotesi di una struttura di controllo per le fake news: "Ci sono 1700 giornalisti, non credo non si possa fare. Serve affinché alla prossima foto di un videogioco scambiata per l'acciaieria, qualcosa deve accadere". 

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