
Che a Canale 5 ci sia della confusione, pare piuttosto evidente. Non tanto sul fronte dei numeri e degli ascolti, sui quali Mediaset rivendica una posizione da leader nella capacità di sfruttarli e renderli profittevoli. La confusione riguarda semmai l'indirizzo, i punti fermi sui quali puntare.
Dopo sei mesi estenuanti di Grande Fratello, portato stancamente a conclusione tra polemiche, contestazioni al televoto e dubbie scelte della produzione, è partito subito il nuovo progetto The Couple. Senza lasciare al suo pubblico un momento di respiro, Mediaset inaugura un titolo nuovo che è quasi sovrapponibile a quello che si è appena concluso una settimana prima, una sorta di Grande Fratello Bis, come scriveva Elisabetta Murina pochi giorni fa.
Gli ascolti di The Couple e lo "spreco" di Ilary Blasi
Al timone Ilary Blasi, che torna alla conduzione di una prima serata su Canale 5 dopo una lunga pausa. La precedeva una certa attesa, o meglio la speranza di un vento di novità, che non ha trovato riscontro. Alla seconda puntata il programma registra un vistoso calo di ascolti, crollando al 13% in una serata complessa che purtroppo rende inevitabile pensare a un flop. Ed è un peccato. Una conduttrice capace, con estro creativo e una naturale inclinazione a generare imprevisti, che sono il sale della televisione generalista, costretta in un copione da reality che presenta il conto dell'inerzia di chi scrive e la stanchezza di chi manovra il telecomando. Sacrificare il talento sull'altare del meccanismo pare essere una strategia in cui rifugiarsi da troppo tempo a Cologno Monzese, considerazione che ci conduce verso una visione di insieme in cui The Couple è solo un pezzo del puzzle, senza troppe responsabilità oggettive.
L'abuso deleterio di reality
Perché il punto è uno solo: il reality è in decadenza, ma non è morto. Questo genere ha una sua capacità di produrre storie ed essere redditizio, come dimostra la legge di un Grande Fratello eternamente destinato a una chiusura ma che tornerà, perché la sua durata semestrale lo rende molto più vantaggioso di quanto si creda, riducendo i costi sul lungo periodo e garantendo introiti da ascolti durevoli nel tempo, anche se non eccezionali. Il problema non è il reality in sé, ma l'abuso che se ne fa.
Da anni, ormai, l'intrattenimento di prima serata Mediaset è segnato da una sovrabbondanza di reality che genera il doppio effetto atroce di diseducare il pubblico della rete a linguaggi diversi e limitare lo spazio per proposte alternative, salvo che non portino il marchio De Filippi. Tra queste rientrava La Talpa, ad esempio, i cui presupposti produttivi e distributivi lasciavano intuire l'idea di diversificazione, l'intento di aprire un nuovo spazio, poi immediatamente abbandonato dopo i risultati negativi.
La ricetta per salvarsi
Insomma, Mediaset deve salvarsi da questa deriva e può farlo solo dimostrando un coraggio che in questo momento fatica a trovare, quello di mettere al centro nuove idee ed emanciparsi, lì dove possibile e su progetti mirati, dalla centralità del profitto pubblicitario a breve termine per costruire il profitto del futuro. Pare un manifesto, è vero, ma forse è ciò di cui l'azienda avrebbe bisogno.
