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Il Collegio 7

Il Collegio sprofonda negli ascolti, la magia è finita ma oltre il flop c’è di più

Il Collegio 7 riparte da ascolti quasi dimezzati rispetto alla scorsa edizione. Un segnale chiaro del tramonto di un programma che per sei edizioni è stato un vero fenomeno televisivo, quasi anacronistico. Ma oltre la narrazione del tonfo questo calo fisiologico può dirci molto altro rispetto ai consumi e alle modalità di fruizione della Tv.
A cura di Andrea Parrella
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Non parte bene il cammino de Il Collegio 7, almeno sotto il profilo degli ascolti. I numeri della prima puntata della settima edizione sono impietosi e non lasciano grandi margini interpretativi. Il docureality di Rai2 registra un crollo netto rispetto alla prima puntata della scorsa edizione, la sesta, che aveva già dato segni di flessione rispetto ai fasti delle prime cinque edizioni. Sono 980.000 gli spettatori medi che hanno seguito il programma martedì 18 ottobre (5.9% di share), che confrontati ai 1.719.000  e l'8.5% del 26 ottobre 2021 dicono tutto. Quasi la metà del pubblico è smarrito, con uno share che cala di meno solo per effetto delle nuove misurazioni. Il tutto accade in una serata in cui la concorrenza non è molto diversa da quella della partenza dello scorso anno, anzi forse più morbida, se si considera il confronto tra gli oltre 5 milioni di "Imma Tataranni" del 26 ottobre 2021 e gli ascolti di "Morgane", programma più visto del 18 ottobre 2022 con 2.793.000 spettatori pari al 16% di share.

Il cambio di cast per fermare l'emorragia

Un dato che può migliorare, quello del Collegio, non c'è dubbio, ma che è segnale di una tendenza chiara che è difficile – se non impossibile – invertire. Inerzia che avevano subodorato anche in Rai, non a caso impegnata ad apportare delle modifiche al docureality per questa nuova edizione, intervenendo sul cast del programma (possibile arma a doppio taglio, considerando la popolarità di alcuni professori esclusi, come la prof. Petolicchio). Manovre finalizzate a tamponare un'emorragia evidente e inevitabile, quasi indipendente dal programma stesso.

L'impressione è che sia finita l'era del boom del Collegio, un'esplosione per certi versi inaspettata e che l'azienda non aveva programmato, capace di unire diverse fasce di pubblico e compiere il miracolo di portare davanti alla televisione quei ragazzi che mai si sarebbero sognati di accenderla.

Oltre la narrazione del flop

L'involuzione fisiologica del Collegio non è, tuttavia, oggetto da condannare a prescindere, ma anzi motivo di riflessione. I format si usurano, non c'è programma televisivo che goda di successo imperituro, fatta eccezione per pochi casi clamorosi. La stabilizzazione dei dati del Collegio potrebbe essere indice di un cambio repentino e definitivo delle modalità di fruizione di programmi di questo genere. Il successo clamoroso del docureality sulla Tv lineare aveva, se vogliamo, dei tratti anacronistici, vista la disponibilità dei contenuti su RaiPlay e il riscontro clamoroso che il programma generava sui social. È possibile immaginare che i dati del Collegio su RaiPlay confermeranno una definitiva migrazione del pubblico meno avvezzo all'uso della televisione in senso tradizionale verso la piattaforma streaming, che nel frattempo, anche grazie alla pandemia e ai suoi effetti, è sempre più Tv e meno piattaforma.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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