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Il caso Filippo Facci: oggi la Rai decide sulla cancellazione del programma

A “La Stampa”, in una lunga intervista con Francesca Fagnani, Filippo Facci si difende: “Un pretesto per attaccare il Governo”. Ma oggi si decide già il destino del suo programma. Sandro Ruotolo attacca: “L’autorevolezza e la credibilità del servizio pubblico sono più importanti di un contratto a Filippo Facci”.
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Il destino di Filippo Facci è appeso a un filo. Anzi, il filo è già bello che andato. Dopo l'editoriale per Libero sul presunto stupro di Lorenzo Apache La Russa ai danni di una ragazza 22enne, nel quale il giornalista scriveva le sue esternazioni, considerate sessiste e lesive della dignità delle donne, il Consiglio d'Amministrazione della Rai decide oggi sul futuro della striscia quotidiana che dovrebbe andare in onda a partire da settembre, "I Facci vostri". Oggi, il giornalista si racconta ai microfoni di Francesca Fagnani per La Stampa e non chiede scusa: "È un pretesto per attaccare il Governo, ma la Rai non potrà mai cacciarmi". Mentre Sandro Ruotolo e Stefano Graziano del PD contrattaccano: "Per il bene del servizio pubblico l’editorialista di Libero, Filippo Facci, non può condurre un programma su Rai Due". 

Lo scenario

La questione arriva intanto al Cda della Rai. Dopo la lettera formale del consigliere Riccardo Laganà, firmata anche da Francesca Bria (Pd) e Alessandro Di Majo (Movimento Cinquestelle), e dopo le esternazioni della presidente Rai Marinella Soldi, che ritiene "inaccettabili" i commenti di Filippo Facci, il programma dato all'editorialista di Libero potrebbe essere cancellato. Una circostanza che, per adesso, lo stesso Filippo Facci ritiene impossibile, come ha dichiarato a La Stampa: "La Rai non mi potrà mai cacciare". Ma quello che si dice tra i corridoi di Viale Mazzini è che la Rai è pronta a sospendere Filippo Facci.

Le parole di Filippo Facci

A "La Stampa", in una lunga intervista con Francesca Fagnani, Filippo Facci si difende: "Un pretesto per attaccare il Governo". Il giornalista ha dichiarato di aver avuto solidarietà da tantissimi esponenti anche da sinistra: "Ma non facciamo nomi". Poi ammette di aver scritto un articolo "ottimo", ma quella frase non la riscriverebbe:

Non è nemmeno il mio stile, non so cosa c…o mi è preso. Ma comunque non chiederei scusa di nulla, non è stata capita la frase, è stata usata come pretesto. È come una barzelletta che non fa ridere. Se c’è bisogno di attaccarsi ad una frasetta per attribuirmi, come ha fatto Sandro Ruotolo, quattro reati come sessismo, razzismo, apologia del fascismo e vittimizzazione secondaria interroghiamoci sul sistema non su uno svarione stilistico.

L'appello di Sandro Ruotolo e Stefano Graziano

Intanto, nella giornata di oggi, un'ulteriore appello da parte di Sandro Ruotolo, segreteria Pd, e Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione parlamentare di vigilanza Rai in una nota congiunta: “Ci rivolgiamo alle consigliere e ai consiglieri d’amministrazione della Rai che si riuniscono questa mattina, alla Presidente, all’amministratore delegato di viale Mazzini: per il bene del servizio pubblico l’editorialista di Libero, Filippo Facci, non può condurre un programma su Rai Due. Per aver colpevolizzato una donna che ha denunciato di essere stata violentata ma anche per il suo curriculum pieno di esternazioni sessiste, contro le donne. Si è scoperto anche che era stato sospeso dall’Ordine dei Giornalisti per razzismo contro l’Islam e dopo l’intervista di stamattina alla stampa non ci sono più dubbi. L’autorevolezza e la credibilità del servizio pubblico sono più importanti di un contratto a Filippo Facci”. 

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