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I bambini che cantano sono tornati in Tv, una speculazione sui sentimenti che credevamo passata

Da Io Canto Generation a The Voice Kids, dopo anni di stop la Tv è tornata a battere sul trend dei bambini che emulano gli adulti su un palco. Performance “da adulti” in cui la presunzione di talento è dopata da sentimenti di stupore e tenerezza su cui la televisione lucra. Non è un reato, i sentimenti sono l’essenza della Tv popolare, ma in questo caso è fin troppo chiaro chi sfrutta e chi è sfruttato.
A cura di Andrea Parrella
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A volte ritornano. Di recente la televisione ha rispolverato il trend dei bambini che cantano in televisione. Da Io Canto Generation, in onda in queste settimane, a The Voice Kids che si appresta a tornare con una nuova edizione dal 15 novembre, Gerry Scotti e Antonella Clerici sono tornati alla carica con un'idea di televisione che credevamo in soffitta e che invece sembra tornata.

Molti ricorderanno la moda dei minori che si esibivano in Tv, emulando movenze da adulti e cantando versi inadatti alla loro età. Un'onda potente, che con programmi come Ti Lascio una Canzone e Io canto (per molti una sostanziale imitazione del primo, in effetti ideato dallo stesso Roberto Cenci) aveva incontrato il favore del pubblico non solo sotto il profilo degli ascolti, ma anche oltre le stesse trasmissioni. Dal programma di Clerici nacque il trio Il Volo, paradigma di quel modello televisivo, giunto a consacrazione con la vittoria a Sanremo del 2015. Poi l'usura del tempo ed anche le critiche, di parte dell'opinione pubblica e associazioni a tutela dei Diritti dei Minori, avevano portato al tramonto di una stagione televisiva il cui successo si faticava a capire, come spesso accade ai fenomeni televisivi accompagnati da un seguito di dimensioni non previste.

Da due anni a questa parte i tempi sembrano tornati maturi per la riproposizione di programmi televisivi nei quali bambine di 10 anni si dimenano imitando Aretha Franklin e un bambino riceve la sorpresa dell'ex fidanzatina dopo che i due "si erano lasciati". Sebbene a Gerry Scotti e Antonella Clerici, nei rispettivi ruoli, va riconosciuto di fare di tutto per conservare in studio un clima di disimpegno, tenendo lontane le polemiche e la competitività, resta la sensazione di straniamento davanti a performance in cui la presunzione di talento è dopata da sentimenti di stupore e tenerezza su cui la televisione lucra. Qualcuno chiederà legittimamente: è un reato che la Tv speculi sui sentimenti? No che non lo è, i sentimenti sono l'essenza della Tv popolare, ma se questo tipo di opportunismo appare in qualche modo onesto e chiarito espressamente quando si ha a che fare con la terza età, vedi il caso di The Voice Senior, nel caso dei bambini, e questo è il motivo della sensazione sgradevole, è molto più chiaro lo sbilanciamento tra chi sfrutta e chi è sfruttato.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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