Gramellini e Vecchioni leggono il monologo di Scurati bloccato dalla Rai: “La censura è una cosa stupida”
Lo stop della Rai al monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile è diventato un tema politico, andando oltre la sua natura meramente televisiva. L'intervento dello scrittore nel programma "Chesarà…" di Serena Bortone è stato stoppato a poche ore dalla messa in onda del programma, sollevando un polverone di polemiche e portando persino a una reazione della premier Giorgia Meloni.
L'effetto della vicenda si è propagato così tanto da far sì che la presunta censura del monologo di Scurati generasse l'effetto diametralmente opposto di dare enorme visibilità alle parole dello scrittore, che non solo ha ceduto a titolo gratuito il suo scritto a Serena Bortone, ma ha portato anche la diretta concorrenza di La7 a dare eco alle sue parole. Massimo Gramellini e Roberto Vecchioni hanno infatti letto il testo di Scurati sul 25 aprile in apertura di In altre parole, programma sostanzialmente in concorrenza con quello di Serena Bortone su Rai3, che per altro ha di fatto sostituito lo spazio lasciato vuoto da Gramellini su Rai3, se pure in una collocazione oraria leggermente diversa. Una decisione forte, sotto il profilo televisivo e politico. Terminata la lettura, Massimo Gramellini ha precisato:
Quello che avete appena ascoltato è il monologo sul 25 aprile che Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere su Rai3. Il mondo della cultura da ore si sta mobilitando per diffonderlo e noi abbiamo aderito all'iniziativa anche per dimostrare la natura fondamentalmente stupida di ogni censura il cui unico effetto è sempre quello di moltiplicare, per fortuna, gli antidoti.
Negli stessi minuti era stata proprio Serena Bortone a leggere il testo di Scurati in diretta, smentendo innanzitutto le ricostruzioni emerse nel corso della giornata, quando la dirigenza Rai aveva legato l'assenza di Scurati a una questione economica (versione ribadita dalla stessa Meloni nel suo post sui social). Sempre in serata era arrivato il commento alla vicenda di Scurati, con una lettera indirizzata a Giorgia Meloni:
“Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Io non ho polemizzato con nessuno, né prima né dopo. Sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda. Ho solo accolto l'invito di un programma della televisione pubblica a scrivere un monologo a un prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda dall'agenzia che mi rappresenta” ha spiegato ancora Scurati. “La decisione di cancellare il mio intervento è evidentemente dovuta a motivazioni editoriali, come dichiarato in un documento aziendale ora pubblico. Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato”.