Giornalista ucraina contro la Tv italiana dopo Otto e Mezzo: “Assurdo quello che devo spiegare”
L'invasione della Russia in Ucraina è la notizia di punta delle ultime settimane e dallo scorso 24 febbraio la presenza di giornalisti e cittadini ucraini in talk show e trasmissioni televisive varie è sempre più frequente, così come è frequente che questi, spesso, si trovino a fare i conti con considerazioni e valutazioni contestabili dal punto di vista di chi la guerra la vive quotidianamente. È il caso di Iryna Matviyishyn, giornalista ucraina che è stata ospite di Otto e Mezzo, discutendo a distanza con l'attivista politica del movimento delle Sardine Jasmine Cristallo, contraria all'idea di fornire armi in aiuto all'Ucraina: "L'autodeterminazione di un popolo può prevalere sulla sicurezza di altri popoli? Nel caso del Donbass questo valore non è prevalso e non ci sono stati aiuti. Io mi chiedo se l'invio indiscriminato di armi. Bisogna stare dalle parte delle vittime in questo momento, ma mi chiedo quanto paghi questo approccio militarista e interventista".
Matviyishyn contesta subito il paragone con quanto accaduto in Crimea e Donbas: "È importante sapere che la guerra non è iniziata il 24 febbraio ma nel 2014. La Crimea è stata annessa, il Donbas invaso. In quei casi non si tratta di autodeterminazione, ma di un referendum illegale e un'invasione illegale messe in piedi grazie al contributo dei servizi segreti russi. Un altro aspetto riguarda il sostegno da parte dell'Europa. È tardi per dire che molte cose non siano state fatte, già stiamo affrontando le conseguenze di leader occidentali che sono stati troppo deboli su Putin, non dando peso alle sue ambizioni imperialiste sull'Ucraina e sull'Europa". La giornalista ha quindi aggiunto:
L'augurio è che le persone aprano gli occhi sulla sicurezza europea, perché quello che sta accadendo non riguarda solo l'Ucraina. Zelensky chiede armi non solo perché deve difendere il suo Paese, ma per evitare un genocidio contro le persone, a prescindere dalla loro lingua e l'etnia. Queste armi sono l'unico strumento a disposizione per rispondere a Putin, se non si può avere la chiusura dello spazio aereo.
Dal suo punto di vista Jasmine Cristallo ha proseguito su una linea opposta, continuando ad esprimere dubbi sull'armare l'esercito ucraino come forma di aiuto: "Ritengo che l'invio di armi sia a tutti gli effetti un'azione bellica. Ricordiamo che l'Italia, da costituzione, ripudia la guerra e mi auguro che si possa arrivare ad azioni diplomatiche e negoziati che conducano alla pace. Mi chiedo per quanto si possano inviare armi e pensare a questa cosa come una soluzione". Auspicandosi un'azione diplomatica efficace ha aggiunto su Donbas e Crimea:
Mi sento in difficoltà quando sento dire che l'autodeterminazione di quei popoli non possa essere riconosciuta perché, di fatto, ci sono stati morti anche lì, peraltro aggrediti da un esercito che ha annesso gruppi paramilitari nazi fascisti, molto pericolosi, che addirittura sbandierano vessilli nazisti. Queste armi che possono arrivare e finire nelle mani di persone che hanno questa cultura mi preoccupa moltissimo. Mi pare ci si stia concentrando molto sul conflitto e poco sulla cessazione di esso.
Quindi la risposta di Iryna Matviyishyn: "Di quale diplomazia stiamo parlando? Ci sono bambini ucraini attaccati da bombe aeree. I leader occidentali chiamano Putin e parlano di diplomazia ma nel frattempo la nostra viene attaccata continuamente. Nel frattempo noi abbiamo privato a organizzare corridoio umanitari che non hanno funzionato, le persone vengono sparate mentre provano a salvarsi. La diplomazia ocn Putin non funziona, lui vuole denazificare, che significa cancellare gli ucraini dalla terra. Vuole distruggere completamente Mariupol e ci sta riuscendo, l'80% delle case è distrutto, la città non esiste più. mentre cerchiamo di trovare un cessate il fuoco non funziona, perché c'è un genocidio in corso. La Crimea e il Donbas sono ucraini, non paesi separati, non si può parlare di autodeterminazione".
Dopo la messa in onda del programma la giornalista ha espresso la sua frustrazione su Twitter, sottolineando si tratti di argomentazioni frutto della propaganda russa sulla questione: "Non posso credere a ciò che ho dovuto spiegare in un programma televisivo italiano. Un'attivista politica sostiene sia "sbagliato fornire armi all'esercito ucraino", che "sappiamo dei nazisti in Ucraina", "e allora il diritto di autodeterminazione?". Cosa diavolo significa? Qui non è una questione di libertà di parola…".
Molti i commenti di approvazione alle sue parole, tra cui quello di Olga Tokariuk, giornalista ucraina molto vicina all'Italia e in diverse occasioni ospite in Tv in passato per raccontare le vicende degli ultimi anni tra Russia e Ucraina, che scrive: "Ecco perché non andrò più in programmi della Tv italiana. Grazie per aver detto la verità".