Giletti accusa Cairo: “Mi chiese di incontrare Berlusconi”. Il patron di La7: “Tutto falso”
La chiusura improvvisa del programma Non è l'Arena continua a mostrare lati oscuri. Lo stop al programma di Massimo Giletti, risalente allo scorso aprile, non è un affare esclusivamente televisivo e a dimostrarlo è la centralità che la fine improvvisa del programma di Giletti sta avendo nell'inchiesta su Salvatore Baiardo, il portavoce e favoreggiatore del boss Giuseppe Graviano, accusato di calunnia nei confronti di Giletti e di favoreggiamento di Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi.
Questa mattina Repubblica mostra alcuni stralci ricavati da verbali e documenti dei testimoni, Giletti e Cairo compresi, da cui emerge che il patron di La7 avrebbe chiesto a Massimo Giletti di incontrare Silvio Berlusconi proprio nelle settimane in cui il giornalista stava dedicando diverse puntate del suo programma i rapporti tra mafia e politica. Dalle testimonianze raccolte dalla procura fiorentina, risulta che Cairo avrebbe incontrato Giletti a Roma il 20 marzo: "Mi ha detto: “guarda, forse è meglio che lo incontri, che ti vuole vedere perché qualcuno magari dice che tu ce l’hai contro…”, sostiene l'ormai ex conduttore di Non è l'Arena, aggiungendo: "Ho detto: ‘Presidente (Cairo, ndr)… non voglio mettermi in una condizione psicologica di… preferisco non incontrarlo". "Fai bene, glielo dirò, se ritieni così", gli avrebbe detto Cairo, che però ha negato la ricostruzione di Giletti ai magistrati. A detta del proprietario di La7 il solo ricordo in relazione a Berlusconi fu una richiesta dello stesso Giletti di contattare l'ex premier, in virtù della loro amicizia, per convincerlo a partecipare al programma di La7. Sull'incontro a marzo, invece, precisa: "Lo escludo, nel modo più assoluto, non ho chiesto nulla a Giletti".
L'incontro tra Cairo e Giletti a marzo
A confermare l'incontro tra i due del 20 marzo è stato però un carabiniere della scorta di Giletti, così come l’autrice del programma, Emanuela Imparato, che ha detto ai pm: "Ricordo nitidamente che Massimo si sedette in una sedia spalle al muro e mi disse: mi ha chiamato Cairo e mi ha detto se vado a un incontro con Berlusconi. L’ho guardato e gli ho chiesto cosa intendesse fare. Mi rispose che non aveva voglia di andarci. Replicai dicendo: fai quello che senti […] Erano i giorni in cui Berlusconi cominciava a non stare bene, se mal non ricordo era già stato ricoverato. Naturalmente, mi chiesi il perché in quel momento giungesse tale richiesta, dopo che avevamo ospitato Baiardo in trasmissione ed era uscito il discorso su Paolo Berlusconi".
La chiusura di Non è l'Arena
Dal canto suo Cairo ha ribadito ai pm la sua versione sulla chiusura anticipata di Non è l'Arena, dovuta a un fatto di costi. Il patron di La7 ha ricordato la conversazione con l'allora manager di Giletti, Gianmarco Mazzi: "Gli ho chiesto se potesse venire da me e gli ho detto: ‘ Gianmarco, mancano dieci puntate, perdiamo troppi soldi, non vogliamo andare avanti a questo punto perché i costi non si riescono a comprimere e quindi lo chiudiamo qua'”.
L'irritazione di Paolo Berlusconi
È il nome di Baiardo, a quanto pare, ad irritare la famiglia Berlusconi, visto che l'ospite retribuito di Non è l'Arena ha parlato di un incontro con il fratello del Cavaliere che, come accertato dai magistrati di Firenze, lo avrebbe ricevuto nel suo ufficio. In uno sfogo con un poliziotto che lo tutelava Paolo Berlusconi avrebbe parlato di Baiardo spiegando fosse andato lì "a dire cose che riguardano mio fratello per screditarlo". Episodio, quest'ultimo, raccontato in Tv a Non è l'Arena, al punto che , spiega Giletti ai pm, "proprio Paolo Berlusconi avrebbe chiamato Cairo, seccato per la messa in onda del programma, a febbraio 2023. Un Berlusconi che si sarebbe mostrato molto seccato, come Cairo avrebbe rivelato a Giletti "perché veniva trattato ancora una volta, a distanza di anni, dell’episodio dell’incontro con Baiardo […] si lamentava del fatto che questa notizia riemergeva in un momento molto delicato, senza però specificare cosa intendesse con questo".