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Opinioni

Gialappa Show, quando la Tv di una volta diventa novità e merita un futuro

La forza indiscutibile di Forest, un cast efficace, l’effetto Tv8. Quello di Gialappa Show è un successo anomalo: può uno show identico per struttura ai Mai Dire Gol di vent’anni fa, apparire il primo passo per una nuova Tv?
A cura di Andrea Parrella
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L'esperienza di Gialappa Show si è chiusa con l'ottava e ultima puntata del 9 luglio. "Vi diamo appuntamento a non sappiamo quando e non sappiamo dove", dicono i gialappi nel congedarsi dal pubblico, forti di un programma da ascolti esorbitanti, se consideriamo gli standard e la media di Tv8, e soprattutto un seguito alquanto inatteso, come non accadeva da molti anni ai programmi firmati dall'ex trio, oggi diventato duo dopo il ritiro a vita privata del "signor" Carlo Taranto, con Marco Santin e Giorgio Gherarducci a portare avanti con fierezza la macchina.

Un successo senza se e senza ma, quello di Gialappa Show, grazie a una combinazione di elementi che hanno contribuito a determinare questo effetto, in primis la "location". Il passaggio della Gialappa's Band a Tv8, rete esterna al circuito delle generaliste classiche Mediaset e Rai che hanno dato natali e gloria al trio, ha aggiunto un elemento narrativo nuovo all'operazione Gialappa Show. Da una parte ha garantito una certa libertà espressiva, stimolando numeri e sketch di chiaro intento satirico, come quelli Stefano Rapone e il suo Galeazzo Italo Mussolini; dall'altra ha offerto ai gialappi un nuovo territorio di reality e docu reality da esplorare, benzina indispensabile per qualsiasi loro programma.

Il secondo punto di forza è senza ombra di dubbio Forest, garanzia assoluta che si carica sulle spalle l'intero programma, pur supportato costantemente dalle voci esterne di Gherarducci e Santin. Il comico-conduttore – qui l'intervista a Fanpage.it di qualche settimana fa – è in assoluto stato di grazia. Qualsiasi gag, financo la più banale e scontata, pronunciata da lui si colora di una cifra comica inconfondibile. Molto efficaci anche alcune scelte di cast, a cominciare da molte delle conduttrici femminili, passando per l'immarcescibile Ubaldo Pantani, alcune buone trovate di Toni Bonji, l'androide di Brenda Lodigiani e l'immancabile ritorno di Cesena e il suo "Sensualità a corte".

Il cast del programma al completo
Il cast del programma al completo

C'è infine l'elemento revival. Quello di Gialappa Show è l'esempio ennesimo di programmi Tv di grande successo dei decenni scorsi sui quali si opera in questa chiave, nel tentativo di sfruttare una scia nostalgica e dimostrare che nulla è finito e tutto si può ripetere. Qui però accade qualcosa di strano, perché se il filone revival in Tv, indipendentemente dal successo di ascolti riscosso, ha sempre restituito un'idea di stantio, la sensazione che il concetto di novità fosse pretestuoso, guardare Gialappa Show, un programma praticamente identico per scheletro e dinamiche alla struttura degli storici Mai Dire, fa pensare a qualcosa che guarda avanti, il primo passo per una nuova televisione.

È perché da vecchi guardiamo indietro illudendoci di guardare avanti, o perché la televisione, per essere fatta bene, ha bisogno di rifarsi a modelli passati consolidati? Che questo mezzo mostri da anni una certa pigrizia, preferendo la conservazione all'innovazione, è un dato di fatto. Che il saper fare Tv, come i gialappi sanno fare, possa voler significare saperla fare sempre, indipendentemente dal tempo che scorre, è altra questione di cui tenere conto.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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