Gaffe di Antonella Clerici con i palloni a La cena di Natale, la reazione di De Martino: “Detta così è brutta”
Gaffe di Antonella Clerici a La cena di Natale, in onda lunedì 23 dicembre su Rai1. Una serata speciale per celebrare le feste e l'inizio del Giubileo 2025 con diversi ospiti, come Stefano De Martino e Gianni Morandi. Ed è proprio con loro che la conduttrice si è lasciata andare a un'espressione che è diventata in breve virale sui social. "Detta così era un po' brutta", ha commentato il conduttore di Affari Tuoi.
La gaffe di Antonella Clerici e la reazione di De Martino
Nel corso della serata, Antonella Clerici ha voluto dare ai suoi ospiti un regalo, un pallone da calcio, dal forte valore simbolico per entrambi. Sia De Martino che Gianni Morandi hanno poi raccontato il significato che ha avuto nella loro infanzia, rispettivamente a Torre Annunziata (Napoli) e Monghidoro (Bologna). Prima di lasciarli andare via, la conduttrice si è lasciata andare a una frase diventata in breve virale. Con i due palloni in mano, ha detto: "Le palle volete darle a me?". Morandi è scoppiato a ridere e anche De Martino, che poco dopo ha commentato: "Detta così era un po' brutta". "Lo so. Ritorno alle origini, ritorno al calcio", ha spiegato Clerici chiarendo il significato delle sue parole. Poi ha chiesto che entrassero i microfoni per continuare con la serata: "Tanto palle di qui, palle di la. Sto zitta, arrivano i microfoni".
Il regalo di Antonella Clerici a De Martino e Morandi
Dopo aver chiamato al centro del palco i suoi ospiti, Clerici ha dato a entrambi un pacco regalo contenente un pallone da calcio. "Avevo 9 -10 anni, prima si giocava con un pallone di cuoio, poi nel 54 nacque la televisione e hanno dovuto fare questo pallone perché si potesse vedere bene sullo schermo", ha spiegato il cantante di Monghidoro ricordando la sua infanzia. Anche De Martino ne ha ricevuto uno quando era ragazzo e, a proposito, ha spiegato:
Pensavo fosse un segno del destino, dovevo fare il calciatore. Ma il destino non era stato chiaro, sul pallone c'era scritto ‘tango'. Mi iscrissi a scuola calcio, volevo essere come gli altri ma ero negato. Qualche mese dopo me ne vado, iniziai scuola di danza e capii che non è vero che il calcio è per uomini e la danza per le donne.