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Fazio con Ghali, il conduttore grazia la Rai e Mara Venier ed evita la parola “genocidio”

Era molto attesa l’ospitata di Ghali a Che Tempo Che Fa, dove il conduttore, tuttavia, si è mostrato clemente verso la sua ex azienda, limitandosi a trattare il tema della libertà d’espressione senza fare mai riferimento esplicito al caso del comunicato a Domenica In ed evitando di pronunciare la parola della discordia, che tante polemiche ha generato.
A cura di Andrea Parrella
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Il tema ricorrente della stagione televisiva in corso è senza dubbio il gioco di rimpallo continuo tra Rai e Fazio che, siano le parti in causa a cercarlo o meno, è sottotesto di molti momenti topici degli ultimi mesi. È accaduto con Sanremo, per la vicenda dello stop alla partecipazione di artisti in gara a programmi non Rai e una nuova puntata è arrivata con il caso Ghali, ospitato da Fazio a Che Tempo Che Fa nella puntata del 18 febbraio.

Il caso di Domenica In

Puntata da cui forse ci si attendevano toni più accesi su quanto successo a Domenica In sette giorni prima, conl'intervento in diretta dell'amministratore delegato Roberto Sergio attraverso un comunicato fatto leggere a Mara Venier di piena solidarietà al popolo di Israele, quasi una risposta allo "stop al genocidio" pronunciato da Ghali in diretta sul palco di Sanremo. Una vicenda che ha alimentato enormi polemiche uscite ben oltre il perimetro televisivo, viste le proteste pro Palestina all'esterno di diverse sedi Rai e conseguenti scontri con le forze dell'ordine.

Fabio Fazio clemente con la Rai

L'incontro televisivo tra Fazio e l'artista milanese, al contrario, non ha visto mai i due fare menzione esplicita su quanto accaduto in Rai. Pur essendo il tema della libertà d'espressione il filo rosso dell'intera conversazione tra i due, Fabio Fazio non ha mai nominato la Rai, né tanto meno Mara Venier, pure lei travolta dalla bufera in settimana per il commento alla lettura del comunicato di Sergio.

Perché Fazio non ha menzionato il genocidio

Inoltre Fazio evita di pronunciare la parola "genocidio", su cui si è letteralmente spaccato il dibattito nell'ultima settimana. "Stop a tutte le guerre, stop a tutte le ingiustizie, stop ai respingimenti, stop ad aiutiamoli a casa loro. Stop, stop, stop", ha detto su suggerimento dell'alieno Rich Ciolino il conduttore lanciando l'assist a Ghali e ribadendo che l'artista avesse scritto la sua canzone, Casa mia, ben prima del 7 ottobre in cui le milizie di Hamas hanno invaso i territori israelini, uccidendo oltre 70o persone e rapendone circa 250.

L'imparzialità di Fazio su questo aspetto è una premura lecita, essendo il genocidio un crimine su cui è un tribunale a doversi esprimere e, sebbene nei confronti di Israele sia arrivata l'accusa del Sudafrica il 29 dicembre 2023 presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, al momento la Corte stessa non si è ancora pronunciata in merito. L'accusa di genocidio è tutt'ora pendente su Israele, ma richiederà tempo per essere verificata, in un senso o nell'altro.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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