Fake news sul giornalista Rai Giammarco Sicuro, è a Kiev ma lo accusano di trovarsi in Italia
Il giornalista Giammarco Sicuro vittima di una fake news, che da alcuni giorni circola sui social e che lo accusa di aver finto un collegamento da Kiev realizzato dall'Italia simulando la trasmissione in diretta da Kiev per il Tg2 dello scorso 27 maggio delle ore 13. Una foto in cui si vede l'ex conduttore di Unomattina Estate in primo piano e sullo sfondo dei cartelli stradali aggiunti con un fotomontaggi, che ingranditi rivelerebbero come Sicuro si troverebbe vicino Brescia.
Il fotomontaggio della foto del giornalista
Si tratta di una notizia falsa, un fotomontaggio che da giorni sta procurando al giornalista insulti e critiche molto pesanti che lui stesso sta riportando sui social, proprio per denunciare gli effetti di questo assurdo fotomontaggio, che sarebbe stato diffuso da siti propagandistici filorussi. A corredo, Sicuro ha naturalmente allegato la foto del vero collegamento, in cui si intuisce come i cartelli stradali con riferimenti italiani siano stati aggiunti a posteriori. La denuncia, in particolare, era rivolta all'account @PropagandaRigh1, da cui è partita la foto e che è stato sospeso.
La solidarietà del sindacato giornalisti Rai
A sostegno di Sicuro arriva anche Usigrai, sottolinea il sindacato dei giornalisti Rai che "esprime solidarietà al collega Giammarco Sicuro, inviato del Tg2, impegnato fin dall'inizio nel racconto della guerra in Ucraina, vittima di insulti e minacce per un fotomontaggio diffuso da un sito propagandistico filo russo. Un deep fake che insinua che Sicuro non si trovi a Kiev ma in una località italiana vicino Brescia. Nonostante un puntuale fact checking abbia smontato la menzogna, la foto viene condivisa sui vari social amplificando bufala e la pioggia di insulti. Questo episodio – recita la nota del sindacato – conferma ancora una volta l'importanza del racconto sul campo che permette di mostrare i fatti nel momento in cui accadono, unico antidoto alle fake news, e come questo modo di svolgere il lavoro di cronista di guerra dia fastidio alla propaganda che incessantemente prova ad avvelenare l'informazione cercando così di ingannare il pubblico".