Fabiola Sciabbarrasi, moglie di Pino Daniele: “Lontani solo 12 mesi, avremmo dovuto dirci ‘Ti amo’”
È un racconto doloroso quello che Fabiola Sciabbarrasi, moglie di Pino Daniele, affida a Eleonora Daniele che l’ha voluta ospite a Storie Italiane perché raccontasse gli ultimi anni di vita con lo straordinario cantautore napoletano scomparso il 4 gennaio 2015. Fabiola fa chiarezza e racconta che l’allontanamento da Pino – una circostanza da lei stessa confermata in una vecchia intervista rilasciata al settimanale Chi – non sarebbe corrisposto, in realtà, ai suoi reali sentimenti. Lontani per appena un anno, la morte ha tolto loro il tempo per riappacificarsi:
Quello che mi recrimino è che, in quei 12 mesi in cui non siamo stati così vicini, non abbiamo avuto tempo di dirci cose, anche di chiederci scusa per i malintesi, le contraddizioni, per dirci ancora ‘mi manchi, ti amo’. Spesso pensiamo di avere tempo e invece qualcuno il tempo ce lo toglie e diventa troppo tardi. Mi piace pensare che in qualche modo, anche con le parole che ho scritto, questo messaggio sia arrivato fino a lassù. Perché a volte le contraddizioni della vita, i rancori momentanei, ti creano una sorta di inibizione, il pudore dei sentimenti, quello della rabbia. Sono sicura che abbia pensato anche lui che avremmo avuto modo di farlo. Ma non è stato così.
La moglie di Pino Daniele: “Ho saputo della sua morte nel modo più traumatico”
Fabiola racconta di avere appreso la notizia della scomparsa di Pino mentre si trovava lontana da Roma e di avere fatto il possibile per rientrare velocemente per stare vicina ai tre figli nati dal lungo matrimonio con il cantautore:
Ho saputo della sua morte nel modo più traumatico. Mi ha chiamato Sofia (figlia di Pino Daniele e Fabiola Sciabarrasi, ndr) e mi ha detto che il padre non stava bene. Io non ero a casa in quel momento e ho cercato di fare delle cose farneticanti: contattare il suo medico che non era a Roma. Era il 4 gennaio e vorrei bypassare questa fase e arrivare al 7 gennaio, mettere in uno scrigno le cose che sono accadute e che non avremmo voluto. La mia preoccupazione era arrivare a casa prima che i ragazzi sapessero che il papà si era addormentato quella notte. Ero a Siena, ho corso Siena – Roma alla velocità del suono. Quando sono tornata, i miei occhi tradivano quello che non avrei voluto dire. In quell’istante ho pensato al tempo, che quello che non era stato fatto non sarebbe stato fatto mai più. Sara aveva appena compiuto 18 anni, Sofia ne aveva 12 e Francesco solo 9.
Fabiola Sciabbarrasi: “Ci siamo fatti del male”
“C’è stata molta rabbia, è innegabile”, prosegue la donna, “Ma è stato più il dolore che la rabbia. Con il tempo ho capito che era rabbia per il dolore che ci siamo fatti pensando a certe cose. È ovvio che anche le modalità di soccorso sarebbero state diverse ma recriminare non ha più senso”.