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Enzo Miccio: “Da giovane mi chiamavano Erode, non volevo bambini. Ora è la cosa che più mi manca”

Enzo Miccio racconta nella puntata di Ciao Maschio di sabato 12 aprile, di aver maturato il desiderio di diventare padre. “Prima mi chiamavano Erode” scherza, aggiungendo che è un volere manifestatosi col tempo.
A cura di Ilaria Costabile
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Enzo Miccio è stato ospite della seconda puntata di Ciao Maschio, il programma condotto da Nunzia De Girolamo, in onda nella seconda serata di sabato 12 aprile su Rai1. Il noto organizzatore di eventi ha parlato in maniera schietta anche del suo privato, rispondendo anche a delle domande che la conduttrice gli ha rivolto nel corso della chiacchierata, alla quale hanno partecipato anche Mauro Repetto e Dario Vergassola.

Enzo Miccio e il desiderio di diventare padre

Il wedding planner tra i protagonisti del talk show tutto al maschile, in cui è una donna a conversare di svariati argomenti con gli ospiti ad ognni puntata, ha risposto alle domande del gioco "Cosa di manca" rivelando che, ad oggi, ciò che più gli manca per essere davvero soddisfatto è un figlio. Miccio, poi, ha specificato anche che in realtà ha cambiato prospettiva, perché non aveva mai manifestato anni addietro la voglia di paternità:

Da giovane mi chiamavano, scherzosamente, Erode. E non volevo che ci fossero i bambini ai miei matrimoni, alle feste, i miei nipoti mi davano fastidio quasi. Adesso mi rendo conto che è la cosa più importante che mi manca, forse è una cosa che mai avrò e non so neanche se sarei stato all'altezza di farlo, di essere padre, anche perché il ruolo del padre non è facile, quindi mi rendo conto che è una cosa molto complicata.

L'organizzatore di eventi più famoso della tv, ha poi specificato che non si tratta di una questione di solitudine, quanto del rendersi conto di avere una parte mancante a cui poter impartire degli insegnamenti e di cui prendersi cura:

Questo desiderio non è per soddisfare un mio egoismo personale, ma perché mi sarebbe piaciuto trasferire, educare, occuparmi, curare, lasciare un'eredità, ma non un'eredità materiale, ovviamente. È un desiderio sopraggiunto, però non è una questione del sentirsi solo, ma è proprio la mancanza di un pezzo.  E questa è una cosa veramente importante, cioè avere un figlio è una grande responsabilità, è un grande impegno, ma che mi sarei sentito pronto per affrontare.

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