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Ballando con le Stelle 2022

Enrico Montesano, l’emarginato perfetto per la Tv di Ballando con le Stelle

La vicenda Montesano racconta come un personaggio messo ai margini del mondo dello spettacolo possa avere cavalcato, esagerando, un modello Tv in cui esisti se fai discutere. E chissà che, al netto della squalifica, la cosa non paghi in futuro.
A cura di Andrea Parrella
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Da una settimana Enrico Montesano è al centro del dibattito pubblico. Il caso della sua cacciata a Ballando con le Stelle ha avuto tutta una serie di conseguenze, tra cui rendere edotta una buona parte della popolazione italiana, almeno quella interessata alla vicenda, su cosa fosse la X Mas, l'entità di questo corpo speciale, del perché il suo simbolismo abbia dei chiari riferimenti neofascisti, al di là dell'interpretazione di Montesano stesso e del suo avvocato. Si potrebbe quasi dire che questa vicenda sia stata utile nella sua negatività, se solo si fosse chiusa. L’impressione, invece, è che questa storia si trascinerà per altre puntate, che andranno cenrtamente a rimpinguare gli ascolti di Ballando con le Stelle in base a una logica, verrebbe da definirla deresponsabilizzante, secondo la quale la TV di oggi spesso incamera personaggi “al limite” consapevolmente, in attesa di un loro passo falso da cui prendere sistematicamente le distanze.

In questi giorni sono in molti a porsi una domanda: Montesano è scivolato su una buccia di banana o se l'è cercata? Rispondere in maniera univoca risulta impossibile, ma è interessante il modo in cui questa vicenda di Ballando con le Stelle intercetti la parabola di un personaggio pubblico come Enrico Montesano che è, per certi versi, paradigmatico e rappresentativo della figura da riabilitare, che con la televisione si sposa alla perfezione.

Una parabola inesorabilmente discendente, quella di Montesano, dopo i fasti vissuti dall'attore e showman romano in particolare tra gli anni Settanta (l’iconicità di Febbre da Cavallo resta scolpita nella storia della commedia italiana) e nel decennio degli Ottanta quando, grazie a successi come quello di Fantastico 9, edizione condotta con Anna Oxa e considerata una delle migliori della storia del programma, si attestava come uno dei nomi più ricercati e popolari del mondo dello spettacolo italiano. Successi seguiti da anni meno fortunati in televisione, culminati nel 1997 con l'esperienza nel sabato sera di Rai1, quel "Fantastico Enrico”, remake del varietà italiano del sabato sera, che si rivelò un flop clamoroso, costringendo l'attore all'abbandono anticipato di un programma che portava addirittura il suo nome nel titolo. Curiosamente quell'esperienza Montesano la condivise con la stessa Milly Carlucci che 25 anni dopo lo chiama a Ballando con le Stelle. Un quarto di secolo durante il quale l’attore, ripercorrendo le sue sorti per grandi linee, trova pochissimo spazio in televisione (di fatto solo le edizioni da giudice a Tale e Quale Show) in un tempo in cui restare fuori dal tubo catodico significa restare in panchina.

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Prende forma, col tempo, il profilo del grande tenore dello spettacolo italiano emarginato, che cresce parallelamente all'altra faccia di Montesano, quella filo complottista, alla costante ricerca dell'intrigo. Montesano abbraccia apertamente la causa No Vax, usa i suoi canali social ufficiali per perorare posizioni discutibili al limite, che portano inevitabilmente una fetta consistente dell’opinione pubblica ad accostarlo a quei contesti politici più affini a certe posizioni, per lo più prossimi alla destra.

Tutto questo c’entra con quanto accaduto a Ballando con le Stelle? Pare evidente di sì. E non solo perché l'elemento No Vax ha tenuto in piedi la narrazione del programma nella fase casting, quando doveva ancora iniziare, ma perché il ruolo da emarginato si è insinuato in quel sistema carsico quale è lo show del sabato sera di Rai1, una struttura perfetta e rodata da 15 anni nella quale è ormai chiaro i concorrenti siano costantemente stimolati a cercare la loro fetta di polemica, oguno secondo le proprie inclinazioni. Stare dentro significa far discutere. In quest'edizione lo ha fatto Mughini, lo ha fatto Cassini e lo ha fatto naturalmente Montesano, toccando corde che sapeva avrebbero suscitato clamore. Nelle scorse ore è trapelato da fonti Rai, come riporta Dagospia, che l’azienda ha in mano video nei quai Montesano sarebbe “consapevole di fare scandalo”. Si legge sul sito che "Durante le prove […] il comico che fa una piroetta accompagnata dal braccio teso ed esclama: ‘Così si inca***no tutti!’ (Altro che complotto ‘per farmi fuori)”.

Un andamento dei fatti quantomeno credibile, se si persegue l’interpretazione di un’azione consapevolmente provocatoria da parte dell'attore, innescata proprio dal funzionamento del programma. L’escluso, messo ai margini del mondo dello spettacolo, che rientra e, dopo essere stato bonificato e magnificato dai giudici nelle prime puntate, fa un intervento a gamba tesa, che poi minimizza dopo la squalifica, prima intraprendendo le vie legali, poi chiedendo scusa ma dicendo a sua volta di meritare scuse. Quindi chiede un reintegro, il tutto condito con un pizzico di vittimismo, il sentirsi personaggio scomodo e una leggera spruzzata di indignazione. Nel frattempo dalla sua parte si schierano alcuni esponenti del governo, vedi la posizione del sottosegretario Sgarbi che, a dispetto della posizione della Rai che non avrebbe potuto far altro se non prendere le distanze, suonano come il preludio di una ricompensa che arriverà, magari non proprio con l’improbabile reintegro a Ballando, quanto con ruoli futuri, ospitate, interviste riparatorie, partecipazioni sparse in una Rai che, col nuovo governo, una nuova inclinazione dovrà prenderla (o forse la sta già prendendo). Insomma, vuoi vedere che anche dall’emarginazione possono nascere dei fiori?

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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